In natura i suini tendono a selezionare il cibo che ingeriscono in modo da coprire completamente i propri fabbisogni nutritivi, tra questi, si devono tenere in considerazione anche quelli della microflora che popola il tratto gastro-intestinale. È ormai noto infatti che essa ricopre un ruolo di primo piano nella digestione di alcuni nutrienti (fibra) inoltre aiuta gli animali a mantenere un buono stato sanitario contrastando l’insediarsi di batteri patogeni. Per queste ragioni nella formulazione di diete per monogastrici è necessario tenere in considerazione i fabbisogni nutritivi della microflora commensale, fornendole il substrato ideale per sopravvivere e moltiplicarsi. Lo studio della modulazione, attraverso la dieta, della microflora e della sua attività fermentativa a livello gastro-intestinale prende il nome di prebiosi. Un prebiotico viene definito come “un ingrediente alimentare non digeribile che influenza positivamente l’ospite attraverso la stimolazione selettiva della crescita e/o dell’attività di una o un numero limitato di batteri nel colon” (Gibson and Roberfroid, 1995). In termini pratici, la prebiosi rappresenta un differente approccio nella protezione contro i patogeni. Lo studio di potenziali prebiotici, verte verso sostanze o alimenti che promuovono la crescita di batteri produttori di acido lattico. Questo è dovuto alla riconosciuta azione benefica dei batteri lattici sullo stato di salute del tratto gastrointestinale. L’impiego della prebiosi nel suino allo svezzamento è il fulcro di questa pubblicazione in cui si è cercato di raccogliere le ultime tendenze in questo ambito
Trevisi P. (2008). Durante lo svezzamento bisogna nutrire la microflora intestinale. RIVISTA DI SUINICOLTURA, 4, 166-169.
Durante lo svezzamento bisogna nutrire la microflora intestinale
TREVISI, PAOLO
2008
Abstract
In natura i suini tendono a selezionare il cibo che ingeriscono in modo da coprire completamente i propri fabbisogni nutritivi, tra questi, si devono tenere in considerazione anche quelli della microflora che popola il tratto gastro-intestinale. È ormai noto infatti che essa ricopre un ruolo di primo piano nella digestione di alcuni nutrienti (fibra) inoltre aiuta gli animali a mantenere un buono stato sanitario contrastando l’insediarsi di batteri patogeni. Per queste ragioni nella formulazione di diete per monogastrici è necessario tenere in considerazione i fabbisogni nutritivi della microflora commensale, fornendole il substrato ideale per sopravvivere e moltiplicarsi. Lo studio della modulazione, attraverso la dieta, della microflora e della sua attività fermentativa a livello gastro-intestinale prende il nome di prebiosi. Un prebiotico viene definito come “un ingrediente alimentare non digeribile che influenza positivamente l’ospite attraverso la stimolazione selettiva della crescita e/o dell’attività di una o un numero limitato di batteri nel colon” (Gibson and Roberfroid, 1995). In termini pratici, la prebiosi rappresenta un differente approccio nella protezione contro i patogeni. Lo studio di potenziali prebiotici, verte verso sostanze o alimenti che promuovono la crescita di batteri produttori di acido lattico. Questo è dovuto alla riconosciuta azione benefica dei batteri lattici sullo stato di salute del tratto gastrointestinale. L’impiego della prebiosi nel suino allo svezzamento è il fulcro di questa pubblicazione in cui si è cercato di raccogliere le ultime tendenze in questo ambitoI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


