Figlio del celebre Duca Ercole I di Ferrara, nonché fratello minore di Isabella Gonzaga, Ippolito d’Este (1479-1520) trascorse una vita breve, ma intensamente movimentata. I diversi incarichi connessi ai suoi precocissimi mandati ecclesiastici lo portarono presto in Ungheria, dove fu prima Arcivescovo di Esztergom (a soli otto anni!), e poi Arcivescovo di Eger. Complessivamente vi trascorse circa un terzo della sua vita, e riuscì a creare un impero personale internazionale, grazie anche all’assunzione di incarichi ecclesiastici contemporanei. Il ricchissimo Ippolito – nominato cardinale a 14 anni, proprio mentre soggiornava in Ungheria – patrocinò musica come i suoi fratelli e sorelle, ma si differenziò da loro per la caratteristica predilezione verso il repertorio strumentale. Su di lui Tiberio Gerevich sostenne che «le premesse del suo amore per l’arte, e di tutta la sua civiltà si devono cercare in Ungheria e specialmente nel suo ambiente di Strigonio (Esztergom). A Strigonio trovò una civiltà degna delle prime nazioni d’Europa, civiltà che aveva in quel tempo a capo suo zio, Mattia Corvino» («Corvina. Rivista di scienze, lettere ed arti della Società ungherese-italiana Mattia Corvino», I, 1921, p. 48). Il saggio focalizza il tipo di mecenatismo musicale praticato da Ippolito, e suggerisce che la particolare predilezione per la musica strumentale possa essere in qualche modo connessa alle sue esperienze internazionali, cominciate già in tenera età.

G. Filocamo (2011). Bambino “in quella maledetta Ungaria”: Ippolito I d’Este e la musica strumentale. STUDI MUSICALI, n.s., II, 2011, 7-24.

Bambino “in quella maledetta Ungaria”: Ippolito I d’Este e la musica strumentale

FILOCAMO, GIOIA
2011

Abstract

Figlio del celebre Duca Ercole I di Ferrara, nonché fratello minore di Isabella Gonzaga, Ippolito d’Este (1479-1520) trascorse una vita breve, ma intensamente movimentata. I diversi incarichi connessi ai suoi precocissimi mandati ecclesiastici lo portarono presto in Ungheria, dove fu prima Arcivescovo di Esztergom (a soli otto anni!), e poi Arcivescovo di Eger. Complessivamente vi trascorse circa un terzo della sua vita, e riuscì a creare un impero personale internazionale, grazie anche all’assunzione di incarichi ecclesiastici contemporanei. Il ricchissimo Ippolito – nominato cardinale a 14 anni, proprio mentre soggiornava in Ungheria – patrocinò musica come i suoi fratelli e sorelle, ma si differenziò da loro per la caratteristica predilezione verso il repertorio strumentale. Su di lui Tiberio Gerevich sostenne che «le premesse del suo amore per l’arte, e di tutta la sua civiltà si devono cercare in Ungheria e specialmente nel suo ambiente di Strigonio (Esztergom). A Strigonio trovò una civiltà degna delle prime nazioni d’Europa, civiltà che aveva in quel tempo a capo suo zio, Mattia Corvino» («Corvina. Rivista di scienze, lettere ed arti della Società ungherese-italiana Mattia Corvino», I, 1921, p. 48). Il saggio focalizza il tipo di mecenatismo musicale praticato da Ippolito, e suggerisce che la particolare predilezione per la musica strumentale possa essere in qualche modo connessa alle sue esperienze internazionali, cominciate già in tenera età.
2011
G. Filocamo (2011). Bambino “in quella maledetta Ungaria”: Ippolito I d’Este e la musica strumentale. STUDI MUSICALI, n.s., II, 2011, 7-24.
G. Filocamo
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