Il contributo analizza l'evoluzione grafica e la valenza iconologia del motivo del mare nell'ambito della civiltà etrusca. Lo spettro di indagine è molto ampio e non prevede limiti topografici o cronologici; allo stesso tempo riguarda tutte le classi di materiali prodotte dagli Etruschi. Ne risulta una diffusione del tema dall'età orientalizzante fino all'epoca ellenistica, in tutte le aree abitate dagli etruschi, con la priorità cronologica dell'Etruria tirrenica. Da motivo che deve essere necessariamente contestualizzato attraverso la strutturazione dell'immagine (scene complesse di carattere marino), l'iconografia del mare acquista a poco a poco autonomia grafica fino a divenire puro simbolo nel V secolo a.C., per esempio nelle tombe dipinte tarquiniesi e nelle cornici delle stele felsinee di Bologna. Il significato è assolutamente pregnante e richiama il tema dei pericoli del mare, del naufragio e della morte fin dagli esordi della diffusione dell'iconografia. Allo stesso tempo il mare è presagio della felice meta, l'Isola dei Beati di omerica memoria o l'Ogigia di Ulisse, a cui è destinato il princeps etrusco dopo aver superato valorosamente il periglioso viaggio per mare verso l'Aldilà. Con i secoli il significato di questa iconografia sembra sfumare e perdere talvolta di coerenza.

C. Pizzirani (2005). Da Odisseo alle Nereidi. Riflessioni sull'iconografia etrusca del mare attraverso i secoli. OCNUS, 13, 251-270.

Da Odisseo alle Nereidi. Riflessioni sull'iconografia etrusca del mare attraverso i secoli

PIZZIRANI, CHIARA
2005

Abstract

Il contributo analizza l'evoluzione grafica e la valenza iconologia del motivo del mare nell'ambito della civiltà etrusca. Lo spettro di indagine è molto ampio e non prevede limiti topografici o cronologici; allo stesso tempo riguarda tutte le classi di materiali prodotte dagli Etruschi. Ne risulta una diffusione del tema dall'età orientalizzante fino all'epoca ellenistica, in tutte le aree abitate dagli etruschi, con la priorità cronologica dell'Etruria tirrenica. Da motivo che deve essere necessariamente contestualizzato attraverso la strutturazione dell'immagine (scene complesse di carattere marino), l'iconografia del mare acquista a poco a poco autonomia grafica fino a divenire puro simbolo nel V secolo a.C., per esempio nelle tombe dipinte tarquiniesi e nelle cornici delle stele felsinee di Bologna. Il significato è assolutamente pregnante e richiama il tema dei pericoli del mare, del naufragio e della morte fin dagli esordi della diffusione dell'iconografia. Allo stesso tempo il mare è presagio della felice meta, l'Isola dei Beati di omerica memoria o l'Ogigia di Ulisse, a cui è destinato il princeps etrusco dopo aver superato valorosamente il periglioso viaggio per mare verso l'Aldilà. Con i secoli il significato di questa iconografia sembra sfumare e perdere talvolta di coerenza.
2005
C. Pizzirani (2005). Da Odisseo alle Nereidi. Riflessioni sull'iconografia etrusca del mare attraverso i secoli. OCNUS, 13, 251-270.
C. Pizzirani
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