Le ICT sono sempre state guardate con estremo sospetto o addirittura bandite nelle istituzioni chiuse o semichiuse, quali le carceri e le comunità terapeutiche per tossicodipendenti, per motivi legati al loro essere ponte incontrollabile di comunicazione con l’esterno. Pur riconoscendo queste nuove e vecchie preoccupazioni, collegate ai rischi educativi oggettivi che possono caratterizzare le ICT, presso il Cesaf è stata attivata da qualche tempo una direzione di ricerca rivolta a progettare, sperimentare e verificare un’ipotesi di uso positivo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, da una parte in direzione di prevenzione della dipendenza e in generale del disagio socio-culturale, dall’altra come strumenti utilizzabili nei percorsi di trattamento rivolti a chi sta già vivendo dipendenze di diversa natura.
M. FABBRI (2011). ICT e prevenzione/trattamento delle dipendenze. s.l. : s.n..
ICT e prevenzione/trattamento delle dipendenze
FABBRI, MANUELA
2011
Abstract
Le ICT sono sempre state guardate con estremo sospetto o addirittura bandite nelle istituzioni chiuse o semichiuse, quali le carceri e le comunità terapeutiche per tossicodipendenti, per motivi legati al loro essere ponte incontrollabile di comunicazione con l’esterno. Pur riconoscendo queste nuove e vecchie preoccupazioni, collegate ai rischi educativi oggettivi che possono caratterizzare le ICT, presso il Cesaf è stata attivata da qualche tempo una direzione di ricerca rivolta a progettare, sperimentare e verificare un’ipotesi di uso positivo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, da una parte in direzione di prevenzione della dipendenza e in generale del disagio socio-culturale, dall’altra come strumenti utilizzabili nei percorsi di trattamento rivolti a chi sta già vivendo dipendenze di diversa natura.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.