Lo scopo di questo lavoro è stabilire il miglior approccio chirurgico al prolasso degli organi pelvici, in termini di effetti collaterali e qualità di vita, tra ricostruzione fasciale tradizionale e chirurgia protesica. In questo studio retrospettivo abbiamo valutato in tutto 82 pazienti tra l’aprile 2003 ed il giugno 2011: 66 donne hanno subito una ricostruzione fasciale tradizionale del prolasso, mentre 16 sono state sottoposte a chirurgia protesica. I risultati da noi ottenuti mostrano come non ci sia una sostanziale differenza tra le due procedure chirurgiche in proposito alla qualità di vita, intesa come soddisfazione generale post-intervento; la comparsa di effetti avversi, invece, è più frequente nelle pazienti trattate con chirurgia protesica. Tali dati, tuttavia, sono alquanto controversi e non sempre significativi. Il nostro atteggiamento nella scelta del modello chirurgico da proporre alle pazienti con prolasso genitale è pertanto improntato alla massima prudenza, nel rispetto soprattutto della salute della donna: preferiamo quindi adottare provvedimenti di chirurgia protesica solo nei casi di recidiva o nelle persone che per familiarità o per patologie specifiche lascino sospettare un deficit del tessuto muscolo-connettivale.
P.Busacchi, M.C. Paganotto, S.Notaro (2011). EFFETTI COLLATERALI E QUALITA’ DI VITA NELLA CHIRURGIA VAGINALE DEL PROLASSO DEGLI ORGANI PELVICI: PROTESI VS RICOSTRUZIONE FASCIALE. UROGYNAECOLOGIA INTERNATIONAL JOURNAL, 25 n° 2 - May/Aug.2011, 267-274.
EFFETTI COLLATERALI E QUALITA’ DI VITA NELLA CHIRURGIA VAGINALE DEL PROLASSO DEGLI ORGANI PELVICI: PROTESI VS RICOSTRUZIONE FASCIALE.
BUSACCHI, PAOLO;
2011
Abstract
Lo scopo di questo lavoro è stabilire il miglior approccio chirurgico al prolasso degli organi pelvici, in termini di effetti collaterali e qualità di vita, tra ricostruzione fasciale tradizionale e chirurgia protesica. In questo studio retrospettivo abbiamo valutato in tutto 82 pazienti tra l’aprile 2003 ed il giugno 2011: 66 donne hanno subito una ricostruzione fasciale tradizionale del prolasso, mentre 16 sono state sottoposte a chirurgia protesica. I risultati da noi ottenuti mostrano come non ci sia una sostanziale differenza tra le due procedure chirurgiche in proposito alla qualità di vita, intesa come soddisfazione generale post-intervento; la comparsa di effetti avversi, invece, è più frequente nelle pazienti trattate con chirurgia protesica. Tali dati, tuttavia, sono alquanto controversi e non sempre significativi. Il nostro atteggiamento nella scelta del modello chirurgico da proporre alle pazienti con prolasso genitale è pertanto improntato alla massima prudenza, nel rispetto soprattutto della salute della donna: preferiamo quindi adottare provvedimenti di chirurgia protesica solo nei casi di recidiva o nelle persone che per familiarità o per patologie specifiche lascino sospettare un deficit del tessuto muscolo-connettivale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.