La lotta ai pregiudizi, l’integrazione sociale e il dialogo interculturale sono temi molto dibattuti in ambito sociologico e molto discussi sia a livello teorico sia a livello applicativo, da parte delle diverse amministrazioni locali in Italia e in tutta Europa, soprattutto come conseguenza delle pratiche globalizzanti che portano sempre più alla mescolanza di persone e idee. La Biblioteca Vivente può vantare, tra gli esempi di buone pratiche in ambito di integrazione e dialogo fra le culture, un ruolo sempre più importante e istituzionalizzato, potendo contare sul riconoscimento da parte del Consiglio d’Europa nell’ambito della formazione dei giovani alla buona cittadinanza europea. Nel corso di questo articolo viene ripercorsa la storia di questo progetto che, nato in risposta a un episodio di violenza, si è diffuso in tutta Europa e oltreoceano quale strategia di lotta non violenta alle discriminazioni e ai pregiudizi, cui segue un’analisi di alcuni concetti chiave quali stereotipi e pregiudizi, sulla base di un approccio sociologico-geografico, fondamentale per comprendere la metodologia della biblioteca vivente. Successivamente viene descritta l’esperienza bolognese della Biblioteca Vivente e infine viene proposta un’analisi comparativa tra la metodologia qui adottata e quella ufficialmente riconosciuta dal Consiglio d’Europa.
Magnani E. (2011). L’esperienza della Biblioteca Vivente a Bologna: un esempio di buona pratica di dialogo interculturale, integrazione e lotta alle discriminazioni. AUTONOMIE LOCALI E SERVIZI SOCIALI, 2, 301-310.
L’esperienza della Biblioteca Vivente a Bologna: un esempio di buona pratica di dialogo interculturale, integrazione e lotta alle discriminazioni
MAGNANI, ELISA
2011
Abstract
La lotta ai pregiudizi, l’integrazione sociale e il dialogo interculturale sono temi molto dibattuti in ambito sociologico e molto discussi sia a livello teorico sia a livello applicativo, da parte delle diverse amministrazioni locali in Italia e in tutta Europa, soprattutto come conseguenza delle pratiche globalizzanti che portano sempre più alla mescolanza di persone e idee. La Biblioteca Vivente può vantare, tra gli esempi di buone pratiche in ambito di integrazione e dialogo fra le culture, un ruolo sempre più importante e istituzionalizzato, potendo contare sul riconoscimento da parte del Consiglio d’Europa nell’ambito della formazione dei giovani alla buona cittadinanza europea. Nel corso di questo articolo viene ripercorsa la storia di questo progetto che, nato in risposta a un episodio di violenza, si è diffuso in tutta Europa e oltreoceano quale strategia di lotta non violenta alle discriminazioni e ai pregiudizi, cui segue un’analisi di alcuni concetti chiave quali stereotipi e pregiudizi, sulla base di un approccio sociologico-geografico, fondamentale per comprendere la metodologia della biblioteca vivente. Successivamente viene descritta l’esperienza bolognese della Biblioteca Vivente e infine viene proposta un’analisi comparativa tra la metodologia qui adottata e quella ufficialmente riconosciuta dal Consiglio d’Europa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.