L'analisi di un enigmatico racconto dell'australiano Peter Carey, "Report on the Shadow Industry", diventa un percorso interdisciplinare tra le parole, i suoni e le immagini della nostra "liquida" contemporaneità, dalla ombre di Carey a quelle del francese Patrick Modiano, dalla musica alla fotografia, passando attraverso le visioni allucinate e allucinogene della beat generation, le ombre danzanti sul grande schermo del cinema di Bollywood in Salman Rushdie, l'incorporeità cui va incontro il protagonista di "Notturno Indiano" di Tabucchi, senza dimenticare il riferimento alla visione nel "Sandmann" di Hoffmann o il tema del fantasma così com'è declinato nelle culture postcoloniali (per esempio, i bianchi visti come fantasmi dagli aborigeni o i fantasmi alquanto carnali che popolano l'al di là nigeriano in "My Life in the Bush of Ghosts" di Tutuola).
(Un'altra) Relazione sull'industria delle ombre
ALBERTAZZI, SILVIA
2011
Abstract
L'analisi di un enigmatico racconto dell'australiano Peter Carey, "Report on the Shadow Industry", diventa un percorso interdisciplinare tra le parole, i suoni e le immagini della nostra "liquida" contemporaneità, dalla ombre di Carey a quelle del francese Patrick Modiano, dalla musica alla fotografia, passando attraverso le visioni allucinate e allucinogene della beat generation, le ombre danzanti sul grande schermo del cinema di Bollywood in Salman Rushdie, l'incorporeità cui va incontro il protagonista di "Notturno Indiano" di Tabucchi, senza dimenticare il riferimento alla visione nel "Sandmann" di Hoffmann o il tema del fantasma così com'è declinato nelle culture postcoloniali (per esempio, i bianchi visti come fantasmi dagli aborigeni o i fantasmi alquanto carnali che popolano l'al di là nigeriano in "My Life in the Bush of Ghosts" di Tutuola).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.