Appare evidente, da questa esperienza, come l’ambiente esterno e attività apparentemente complesse come l’Orienteering, possano divenire un percorso educativo di Outdoor Education: giocare con il corpo, con lo spazio prossimo, con il giardino scolastico e poi tradurre tutto questo in competenze da usare nel quartiere, nel parco pubblico e, infine, nel bosco. Quante emozioni, quante fantasie, quante elaborazioni (racconti, disegni, cartine) che in un continuo connubio tra educazione indoor (nella sezione) e outdoor (all’aperto) hanno consentito a bambini di 4 anni di maturare consapevolezze concrete sul loro quartiere, sui percorsi che quotidianamente utilizzano, sulla possibilità di cambiarli o di trovare scorciatoie. Uniamo anche l’importante educazione alla sicurezza nell’ambiente urbano (semafori, attraversamenti pedonali, incroci pericolosi) e naturale (il fascino, la bellezza del bosco ma anche il rispetto verso la natura amica ma da affrontare con prudenza). Abbiamo dimostrato come l’Outdoor Education possa essere una valida proposta nella scuola dell’infanzia. Questa proposta, senza sostituirsi alle attività di sezione, ha completato e reso proficuo un percorso che è giunto fino a codificare il vero e proprio Orienteering nel gioco della “caccia al nome”, con tanto di cartine, lanterne e biglietti da trovare. Un percorso che facendo giocare il bambino è partito dalla libera espressione corporea in palestra fino a giungere a un gioco codificato che alterna aspetti cognitivi (lettura della carta) ad aspetti concreti (spostarsi opportunamente nello spazio). E’ d’obbligo riproporre le parole con cui siamo partiti: Orienteering è bello, fa muovere le gambe ma anche il cervello. Non è questo, forse, il concetto del “Learning by doing” di Dewey?
Ceciliani A., Cappi C. (2011). Outdoor Education a 4 anni: un'esperienza di Orienteering nella scuola dell'infanzia. INFANZIA, 6, 452-457.
Outdoor Education a 4 anni: un'esperienza di Orienteering nella scuola dell'infanzia
CECILIANI, ANDREA;
2011
Abstract
Appare evidente, da questa esperienza, come l’ambiente esterno e attività apparentemente complesse come l’Orienteering, possano divenire un percorso educativo di Outdoor Education: giocare con il corpo, con lo spazio prossimo, con il giardino scolastico e poi tradurre tutto questo in competenze da usare nel quartiere, nel parco pubblico e, infine, nel bosco. Quante emozioni, quante fantasie, quante elaborazioni (racconti, disegni, cartine) che in un continuo connubio tra educazione indoor (nella sezione) e outdoor (all’aperto) hanno consentito a bambini di 4 anni di maturare consapevolezze concrete sul loro quartiere, sui percorsi che quotidianamente utilizzano, sulla possibilità di cambiarli o di trovare scorciatoie. Uniamo anche l’importante educazione alla sicurezza nell’ambiente urbano (semafori, attraversamenti pedonali, incroci pericolosi) e naturale (il fascino, la bellezza del bosco ma anche il rispetto verso la natura amica ma da affrontare con prudenza). Abbiamo dimostrato come l’Outdoor Education possa essere una valida proposta nella scuola dell’infanzia. Questa proposta, senza sostituirsi alle attività di sezione, ha completato e reso proficuo un percorso che è giunto fino a codificare il vero e proprio Orienteering nel gioco della “caccia al nome”, con tanto di cartine, lanterne e biglietti da trovare. Un percorso che facendo giocare il bambino è partito dalla libera espressione corporea in palestra fino a giungere a un gioco codificato che alterna aspetti cognitivi (lettura della carta) ad aspetti concreti (spostarsi opportunamente nello spazio). E’ d’obbligo riproporre le parole con cui siamo partiti: Orienteering è bello, fa muovere le gambe ma anche il cervello. Non è questo, forse, il concetto del “Learning by doing” di Dewey?I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.