Negli ultimi anni, sembra che continui a rafforzarsi il legame tra territorio e turismo. Le ragioni di questa trasformazione sono molteplici, e non possiamo pretendere di darne qui conto in maniera esaustiva. Ciò che possiamo senz’altro dire è che gli anni ’80 hanno visto il declino del cosiddetto turismo di massa, almeno così come era stato concepito e sviluppato nel nostro Paese. Da un lato, la domanda si è fatta sempre più differenziata e particolareggiata: vengono avanzate richieste che spesso vanno ben oltre il semplice pacchetto, e che ruotano sempre meno attorno ad un unico prodotto o ad un tipo di offerta standardizzata. D’altra parte, l’offerta si muove attualmente in un contesto che, per utilizzare un’espressione abusata ma comunque utile, è sempre più globalizzato. La concorrenza è numerosa ed agguerrita, sia in Italia che sulla scena internazionale. Inoltre, tante realtà meno frammentate sono in grado di ricorrere con efficacia alle agenzie di intermediazione (come tour operator e agenzie di viaggi), con l’indiscutibile capacità promozionale che ne consegue. Tuttavia, se sorgono nuove difficoltà per chi gestisce il turismo, si aprono anche delle nuove opportunità, e non solo per quegli operatori che sanno comprendere e rispondere al mutamento, ma anche per altri che finora non avevano detto la loro. Ciò che diventa importante è la conoscenza del cliente, delle sue preferenze e di ciò che ricerca nel momento in cui usufruisce del servizio turistico. Oltre a questo, sembra diventare necessario l’abbandono di una prospettiva individuale ed individualista, il tutto a vantaggio della capacità di aggregarsi e di fare progetti insieme; in questa maniera, si possono soddisfare meglio le richieste sempre più differenziate dei clienti, e si possono meglio ammortizzare i mutamenti del mercato. Proprio in base a queste considerazioni riacquistano peso i sistemi locali, ed è proprio qui il territorio emerge o riemerge come elemento caratterizzante nell’ambito turistico: ciò che può offrire di tipico e di originale diventa una risorsa, permettendogli di ritrovare una valenza che nel contesto del turismo di massa era andata persa. Insomma, sì al locale, ma no all’isolamento e all’”autarchia”. Peraltro, come cerco di mostrare attraverso alcuni esempi di Club di Prodotto, queste sinergie possono rivelarsi benefiche non solo per il turismo, ma anche per la qualitá della vita dei cittadini; questi, che in tali realtá vivono tutto l’anno, possono quindi avere altrettanto interesse allo sviluppo del proprio territorio.
G. Manella (2004). Pubblico e privato nello sviluppo del turismo. AUTONOMIE LOCALI E SERVIZI SOCIALI, 2, 283-290.
Pubblico e privato nello sviluppo del turismo
MANELLA, GABRIELE
2004
Abstract
Negli ultimi anni, sembra che continui a rafforzarsi il legame tra territorio e turismo. Le ragioni di questa trasformazione sono molteplici, e non possiamo pretendere di darne qui conto in maniera esaustiva. Ciò che possiamo senz’altro dire è che gli anni ’80 hanno visto il declino del cosiddetto turismo di massa, almeno così come era stato concepito e sviluppato nel nostro Paese. Da un lato, la domanda si è fatta sempre più differenziata e particolareggiata: vengono avanzate richieste che spesso vanno ben oltre il semplice pacchetto, e che ruotano sempre meno attorno ad un unico prodotto o ad un tipo di offerta standardizzata. D’altra parte, l’offerta si muove attualmente in un contesto che, per utilizzare un’espressione abusata ma comunque utile, è sempre più globalizzato. La concorrenza è numerosa ed agguerrita, sia in Italia che sulla scena internazionale. Inoltre, tante realtà meno frammentate sono in grado di ricorrere con efficacia alle agenzie di intermediazione (come tour operator e agenzie di viaggi), con l’indiscutibile capacità promozionale che ne consegue. Tuttavia, se sorgono nuove difficoltà per chi gestisce il turismo, si aprono anche delle nuove opportunità, e non solo per quegli operatori che sanno comprendere e rispondere al mutamento, ma anche per altri che finora non avevano detto la loro. Ciò che diventa importante è la conoscenza del cliente, delle sue preferenze e di ciò che ricerca nel momento in cui usufruisce del servizio turistico. Oltre a questo, sembra diventare necessario l’abbandono di una prospettiva individuale ed individualista, il tutto a vantaggio della capacità di aggregarsi e di fare progetti insieme; in questa maniera, si possono soddisfare meglio le richieste sempre più differenziate dei clienti, e si possono meglio ammortizzare i mutamenti del mercato. Proprio in base a queste considerazioni riacquistano peso i sistemi locali, ed è proprio qui il territorio emerge o riemerge come elemento caratterizzante nell’ambito turistico: ciò che può offrire di tipico e di originale diventa una risorsa, permettendogli di ritrovare una valenza che nel contesto del turismo di massa era andata persa. Insomma, sì al locale, ma no all’isolamento e all’”autarchia”. Peraltro, come cerco di mostrare attraverso alcuni esempi di Club di Prodotto, queste sinergie possono rivelarsi benefiche non solo per il turismo, ma anche per la qualitá della vita dei cittadini; questi, che in tali realtá vivono tutto l’anno, possono quindi avere altrettanto interesse allo sviluppo del proprio territorio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.