Sulla funzione esercitata dal "mecenatismo" in relazione allo sviluppo di letteratura e arti esiste un’abbondante letteratura ed un’altrettanto ricca tradizione iconologica: ancora alla fine del Seicento il Tiepolo raffigura Mecenate che presenta le arti liberali ad Augusto, e nel 1783 Jacob Philipp Hackert ne reinventa la Villa a Tivoli. Sue definizioni possono essere tratte da opere di eruditi e letterati celeberrimi, a partire dal trecentesco Boccaccio fino al novecentesco Bacchelli passando, tra altri, per Bandello, Berni, Ricordati, Tasso, Baretti, Foscolo, Carducci, testimoni di una funzione indispensabile all’arte, quasi sua ausiliaria, assunta nel corso del tempo sia da strutture di tipo pubblico sia da figure giuridiche o private. Ma per il poeta pavese Giovanni Filippo Binaschi sono stati più importanti i cosiddetti mecenati 'ideali', ovvero 'spirituali', legati cioè alla ricchezza d’animo più che al denaro (forma di mecenatismo talora definito con il termine di ‘gentile’), o relativi ad una tradizione letteraria di grande influenza. Quanto a quest'ultima, il mecenate ideale più importante fu Petrarca da cui il Binaschi prese tutto quello che la ricca tradizione delle liriche gli offriva da almeno due secoli. Altri mecenati 'ideali' (o spirituali) sono stati la Morte, invocata nei momenti di piú alta sofferenza (le chiede il dono della pace), il Dio cristiano (gli chiede sollievo a sofferenze divenute insostenibili). L’aiuto offerto al suo stile da tematiche consimili rivissute nei moduli del Petrarca infondevano in lui, insieme alla religione, quel senso di pace nato dal pensiero di aver vicino due sicuri e potenti mecenati ideali, soccorso e sostegno della sua arte e della sua vita.

A. Maranini (2011). Mecenati reali e mecenati ideali: qualche parola ancora su Filippo Binaschi, poeta petrarchesco. FIRENZE : F. Cesati.

Mecenati reali e mecenati ideali: qualche parola ancora su Filippo Binaschi, poeta petrarchesco

MARANINI, ANNA
2011

Abstract

Sulla funzione esercitata dal "mecenatismo" in relazione allo sviluppo di letteratura e arti esiste un’abbondante letteratura ed un’altrettanto ricca tradizione iconologica: ancora alla fine del Seicento il Tiepolo raffigura Mecenate che presenta le arti liberali ad Augusto, e nel 1783 Jacob Philipp Hackert ne reinventa la Villa a Tivoli. Sue definizioni possono essere tratte da opere di eruditi e letterati celeberrimi, a partire dal trecentesco Boccaccio fino al novecentesco Bacchelli passando, tra altri, per Bandello, Berni, Ricordati, Tasso, Baretti, Foscolo, Carducci, testimoni di una funzione indispensabile all’arte, quasi sua ausiliaria, assunta nel corso del tempo sia da strutture di tipo pubblico sia da figure giuridiche o private. Ma per il poeta pavese Giovanni Filippo Binaschi sono stati più importanti i cosiddetti mecenati 'ideali', ovvero 'spirituali', legati cioè alla ricchezza d’animo più che al denaro (forma di mecenatismo talora definito con il termine di ‘gentile’), o relativi ad una tradizione letteraria di grande influenza. Quanto a quest'ultima, il mecenate ideale più importante fu Petrarca da cui il Binaschi prese tutto quello che la ricca tradizione delle liriche gli offriva da almeno due secoli. Altri mecenati 'ideali' (o spirituali) sono stati la Morte, invocata nei momenti di piú alta sofferenza (le chiede il dono della pace), il Dio cristiano (gli chiede sollievo a sofferenze divenute insostenibili). L’aiuto offerto al suo stile da tematiche consimili rivissute nei moduli del Petrarca infondevano in lui, insieme alla religione, quel senso di pace nato dal pensiero di aver vicino due sicuri e potenti mecenati ideali, soccorso e sostegno della sua arte e della sua vita.
2011
Mecenati, artisti e pubblico nel Rinascimento. Atti del XXI Convegno Internazionale Pienza-Chianciano Terme 20-23 luglio 2009
69
77
A. Maranini (2011). Mecenati reali e mecenati ideali: qualche parola ancora su Filippo Binaschi, poeta petrarchesco. FIRENZE : F. Cesati.
A. Maranini
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