L’echinacea purpurea [Echinacea purpurea Moench., ] è una pianta ornamentale caratterizzata da ampi capolini fiorali raggiati, simili a quelli della margherita. Nel settore Erboristico è una delle piante officinali più interessanti, impiegata per le dimostrate proprietà immunostimolanti, antivirali, antibatteriche ed antinfiammatorie dovute alla presenza di diversi polifenoli, fra cui l’acido caffeico ed i suoi esteri. Gli agenti patogeni infettivi di cui ci proponiamo di sottolineare la pericolosità per scongiurarne l’ulteriore diffusione nel nostro Paese, sono i fitoplasmi. Il sintomo più grave associato alla presenza di fitoplasmi riguarda il fiore, che risulta profondamente deturpato, sia morfologicamente che cromaticamente; ne viene quindi compromesso il “normale” utilizzo in ambito ornamentale, ma non solo. Se si considera, come accennato poc’anzi, l’impiego terapeutico di E. purpurea si intuisce come un’infezione da fitoplasmi possa influire sulla resa degli impianti in termini di qualità e quantità del prodotto destinato anche all’utilizzo nel settore erboristico. “Virescenza” - I primi sintomi sono stati osservati nel Giardino delle Erbe di Casola Valsenio (Ravenna) su alcune piante che, già a metà di maggio, in anticipo quindi rispetto alla normale epoca di fioritura per questa specie alle nostre latitudini (indicativamente metà di giugno), hanno prodotto fiori piccoli e completamente verdi, sorretti da gambi stranamente ingrossati. Successivamente, altre piante, di taglia normale, erano caratterizzate da capolini fiorali costituiti da petali anch’essi di colore verde (virescenza). In alcuni casi, l’anomalia di colore interessava solo parzialmente il fiore, che si presentava metà verde e metà del tipico colore rosa intenso. Non sono stati notati sintomi a livello dell’apparato fogliare, come ad esempio giallumi, arrossamenti o malformazioni. La “virescenza” comprometteva oltre il 50% delle piante in coltivazione. “Fillodia” - La malattia è apparsa al momento della fioritura (giugno), quando la quasi totalità delle piante coltivate in un piccolo lotto del campo sperimentale della Facoltà di Agraria (Bologna) ha prodotto capolini fiorali costituiti da un ammasso di foglioline, di forma allungata, verdi. Spesso, su di una stessa pianta, si sono notati fiori normali come forma e dimensioni, ed altri caratterizzati da strani ciuffi di foglie, molto addensate l’una sull’altra, tanto da raggiungere un’altezza anche di 10-12 centimetri. Anche in questo caso, le foglie della pianta apparivano normali come forma, dimensione e colore. Per confermare la presenza di fitoplasmi, sono state applicate le tecniche PCR e RFLP, mediante le quali è stata verificata la presenza di due fitoplasmi diversi: 16SrI-B nei campioni che manifestavano virescenza del fiore, e 16SrIX-C nelle piante con fillodia.

Echinacea purpurea infetta da fitoplasmi / M.G.Bellardi; N.Contaldo; L.Cavicchi; A.Bertaccini. - In: CLAMER INFORMA. - ISSN 0394-9435. - STAMPA. - 10:(2011), pp. 11-14.

Echinacea purpurea infetta da fitoplasmi

BELLARDI, MARIA GRAZIA;CONTALDO, NICOLETTA;CAVICCHI, LISA;BERTACCINI, ASSUNTA
2011

Abstract

L’echinacea purpurea [Echinacea purpurea Moench., ] è una pianta ornamentale caratterizzata da ampi capolini fiorali raggiati, simili a quelli della margherita. Nel settore Erboristico è una delle piante officinali più interessanti, impiegata per le dimostrate proprietà immunostimolanti, antivirali, antibatteriche ed antinfiammatorie dovute alla presenza di diversi polifenoli, fra cui l’acido caffeico ed i suoi esteri. Gli agenti patogeni infettivi di cui ci proponiamo di sottolineare la pericolosità per scongiurarne l’ulteriore diffusione nel nostro Paese, sono i fitoplasmi. Il sintomo più grave associato alla presenza di fitoplasmi riguarda il fiore, che risulta profondamente deturpato, sia morfologicamente che cromaticamente; ne viene quindi compromesso il “normale” utilizzo in ambito ornamentale, ma non solo. Se si considera, come accennato poc’anzi, l’impiego terapeutico di E. purpurea si intuisce come un’infezione da fitoplasmi possa influire sulla resa degli impianti in termini di qualità e quantità del prodotto destinato anche all’utilizzo nel settore erboristico. “Virescenza” - I primi sintomi sono stati osservati nel Giardino delle Erbe di Casola Valsenio (Ravenna) su alcune piante che, già a metà di maggio, in anticipo quindi rispetto alla normale epoca di fioritura per questa specie alle nostre latitudini (indicativamente metà di giugno), hanno prodotto fiori piccoli e completamente verdi, sorretti da gambi stranamente ingrossati. Successivamente, altre piante, di taglia normale, erano caratterizzate da capolini fiorali costituiti da petali anch’essi di colore verde (virescenza). In alcuni casi, l’anomalia di colore interessava solo parzialmente il fiore, che si presentava metà verde e metà del tipico colore rosa intenso. Non sono stati notati sintomi a livello dell’apparato fogliare, come ad esempio giallumi, arrossamenti o malformazioni. La “virescenza” comprometteva oltre il 50% delle piante in coltivazione. “Fillodia” - La malattia è apparsa al momento della fioritura (giugno), quando la quasi totalità delle piante coltivate in un piccolo lotto del campo sperimentale della Facoltà di Agraria (Bologna) ha prodotto capolini fiorali costituiti da un ammasso di foglioline, di forma allungata, verdi. Spesso, su di una stessa pianta, si sono notati fiori normali come forma e dimensioni, ed altri caratterizzati da strani ciuffi di foglie, molto addensate l’una sull’altra, tanto da raggiungere un’altezza anche di 10-12 centimetri. Anche in questo caso, le foglie della pianta apparivano normali come forma, dimensione e colore. Per confermare la presenza di fitoplasmi, sono state applicate le tecniche PCR e RFLP, mediante le quali è stata verificata la presenza di due fitoplasmi diversi: 16SrI-B nei campioni che manifestavano virescenza del fiore, e 16SrIX-C nelle piante con fillodia.
2011
Echinacea purpurea infetta da fitoplasmi / M.G.Bellardi; N.Contaldo; L.Cavicchi; A.Bertaccini. - In: CLAMER INFORMA. - ISSN 0394-9435. - STAMPA. - 10:(2011), pp. 11-14.
M.G.Bellardi; N.Contaldo; L.Cavicchi; A.Bertaccini
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