L’adeguamento alla recente normativa sull’utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici (Decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali del 7 aprile 2006 - Criteri e norme tecniche generali per la disciplina regionale dell'utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento. G.U. n. 109 del 12 maggio 2006) ha comportato e determinerà anche in futuro modifiche importanti nella gestione delle stalle, al fine di rispettare i nuovi parametri che, in certe aree, saranno particolarmente cogenti e restrittivi. Tali cambiamenti, soprattutto nelle situazioni in cui l’adeguamento alla normativa si traduce per l’azienda in un esubero di effluente zootecnico da smaltire rispetto alla quota di carico ammissibile dei terreni, generano sull’imprenditore ripercussioni sia di tipo tecnico sia economico. L’imposizione dei limiti introdotti dalla Direttiva, porta l’imprenditore agrozootecnico a dover pianificare in maniera nuova la sua attività di allevamento a fronte dell’aggravio di costi e decisioni che la corretta gestione dei liquami comporterà. La questione non si presenta di immediata soluzione e potrebbero aversi ricadute negative sul comparto. Sulla base di tali ipotesi, si è deciso di svolgere uno studio di tipo tecnico ed economico in relazione alla tematica, al fine di arrivare a proporre alcune soluzioni aziendali compatibili all’adeguamento alla Direttiva Nitrati. Per fare ciò si è preso in considerazione un caso applicativo di analisi costituito da un campione di aziende zootecniche (bovini) del Veneto, territorio dove il problema dello spandimento si sta presentando con particolare urgenza vista l’assenza di terreni agricoli idonei all’uso a distanza ragionevole dai nuclei aziendali. Come ipotesi risolutiva a fronte dell’offerta fondiaria insoddisfacente, appare interessante la realizzazione di una filiera energetica atta ad attivare processi integrati di denitrificazione mediante la produzione di biogas. L’indagine prevede anche di esaminare l’investimento “energetico” ipotizzato nelle sue componenti di fattibilità tecnica ed economica, al fine di poter offrire una riflessione abbastanza completa in merito a questa nuova opportunità di smaltimento di reflui zootecnici.
A. Castellini, A. Ragazzoni (2011). Sostenibilità energetica e ambientale per aziende zootecniche: un caso di studio in Veneto. SANT'ARCANGELO DI ROMAGNA (RN) : Maggioli Editore.
Sostenibilità energetica e ambientale per aziende zootecniche: un caso di studio in Veneto
CASTELLINI, ALESSANDRA;RAGAZZONI, ALESSANDRO
2011
Abstract
L’adeguamento alla recente normativa sull’utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici (Decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali del 7 aprile 2006 - Criteri e norme tecniche generali per la disciplina regionale dell'utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento. G.U. n. 109 del 12 maggio 2006) ha comportato e determinerà anche in futuro modifiche importanti nella gestione delle stalle, al fine di rispettare i nuovi parametri che, in certe aree, saranno particolarmente cogenti e restrittivi. Tali cambiamenti, soprattutto nelle situazioni in cui l’adeguamento alla normativa si traduce per l’azienda in un esubero di effluente zootecnico da smaltire rispetto alla quota di carico ammissibile dei terreni, generano sull’imprenditore ripercussioni sia di tipo tecnico sia economico. L’imposizione dei limiti introdotti dalla Direttiva, porta l’imprenditore agrozootecnico a dover pianificare in maniera nuova la sua attività di allevamento a fronte dell’aggravio di costi e decisioni che la corretta gestione dei liquami comporterà. La questione non si presenta di immediata soluzione e potrebbero aversi ricadute negative sul comparto. Sulla base di tali ipotesi, si è deciso di svolgere uno studio di tipo tecnico ed economico in relazione alla tematica, al fine di arrivare a proporre alcune soluzioni aziendali compatibili all’adeguamento alla Direttiva Nitrati. Per fare ciò si è preso in considerazione un caso applicativo di analisi costituito da un campione di aziende zootecniche (bovini) del Veneto, territorio dove il problema dello spandimento si sta presentando con particolare urgenza vista l’assenza di terreni agricoli idonei all’uso a distanza ragionevole dai nuclei aziendali. Come ipotesi risolutiva a fronte dell’offerta fondiaria insoddisfacente, appare interessante la realizzazione di una filiera energetica atta ad attivare processi integrati di denitrificazione mediante la produzione di biogas. L’indagine prevede anche di esaminare l’investimento “energetico” ipotizzato nelle sue componenti di fattibilità tecnica ed economica, al fine di poter offrire una riflessione abbastanza completa in merito a questa nuova opportunità di smaltimento di reflui zootecnici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.