L'articolo è la seconda traduzione italiana (la prima, di Maurizio Ferraris, era apparsa in J.F. Lyotard, "A partire da Marx e Freud", Multhipla, Milano, 1979) del celebre saggio di Lyotard. Per Lyotard il cinema è l'inscrizione del movimento, ma non di qualsiasi movimento. Anzi, proprio perché è montaggio, si caratterizza per l'esclusione, per la frammentazione e il ritaglio dei movimenti. Il cinema è propriamente una "mise en ordre du mouvement". Dunque movimento organizzato secondo la "buona" forma, il "buon" montaggio. In Lyotard il nucleo fondamentale dell’attenzione filosofica al cinema sta non tanto nella constatazione che il cinema faccia "vedere", "mostri" il mondo nella sua complessità originaria, quanto nel riconoscimento del movimento del cinema come forma di "frammentazione", di "esclusione". Il cinema esiste nell’intervallo tra due polarità opposte: l’assenza totale di movimento, il tableaux vivant, e il flusso ininterrotto delle immagini, il movimento continuo. Ogni film si situa nello spazio determinato dal particolare rapporto tra queste due possibilità dell’immagine, annunciandole entrambi. In questo senso, il cinema è propriamente acinéma, corpo che, nella sua (apparente) determinazione, rimanda all’impossibilità di ogni determinazione, rimanda cioè all’apertura costitutiva di un movimento infinito. L’immagine, cioè, non "mostra" il mondo, né l’originaria coappartenenza di corpo e mondo; l’acinéma si presenta in Lyotard come forma attraverso la quale il figurale si mostra come gioco che trascende l’immagine, la trasforma oltre se stessa.
C. Tartarini (2008). L'Acinéma. MILANO : Il Saggiatore.
L'Acinéma
TARTARINI, CHIARA
2008
Abstract
L'articolo è la seconda traduzione italiana (la prima, di Maurizio Ferraris, era apparsa in J.F. Lyotard, "A partire da Marx e Freud", Multhipla, Milano, 1979) del celebre saggio di Lyotard. Per Lyotard il cinema è l'inscrizione del movimento, ma non di qualsiasi movimento. Anzi, proprio perché è montaggio, si caratterizza per l'esclusione, per la frammentazione e il ritaglio dei movimenti. Il cinema è propriamente una "mise en ordre du mouvement". Dunque movimento organizzato secondo la "buona" forma, il "buon" montaggio. In Lyotard il nucleo fondamentale dell’attenzione filosofica al cinema sta non tanto nella constatazione che il cinema faccia "vedere", "mostri" il mondo nella sua complessità originaria, quanto nel riconoscimento del movimento del cinema come forma di "frammentazione", di "esclusione". Il cinema esiste nell’intervallo tra due polarità opposte: l’assenza totale di movimento, il tableaux vivant, e il flusso ininterrotto delle immagini, il movimento continuo. Ogni film si situa nello spazio determinato dal particolare rapporto tra queste due possibilità dell’immagine, annunciandole entrambi. In questo senso, il cinema è propriamente acinéma, corpo che, nella sua (apparente) determinazione, rimanda all’impossibilità di ogni determinazione, rimanda cioè all’apertura costitutiva di un movimento infinito. L’immagine, cioè, non "mostra" il mondo, né l’originaria coappartenenza di corpo e mondo; l’acinéma si presenta in Lyotard come forma attraverso la quale il figurale si mostra come gioco che trascende l’immagine, la trasforma oltre se stessa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.