La basilica di S. Tito a Gortina rappresenta uno dei monumenti più significativi all’interno del panorama edilizio paleocristiano di Creta, eretta a simbolo dell’identità religiosa dell’isola durante il periodo della dominazione veneziana. In occasione di un completo riesame della documentazione relativa al monumento e alla relazione tra il complesso religioso e l’evoluzione dell’edilizia cristiana della città di Gortina fino all’invasione araba di IX secolo, vengono presentati alcuni materiali inediti pertinenti alla decorazione di arredo liturgico della chiesa. In base ad un’analisi tipologica, strutturale ed iconografica si ritiene di poter attribuire tali elementi ad un momento di significativa ristrutturazione dell’edificio di culto, successivo al terremoto del 670. Si ipotizza che tali trasformazioni, caratterizzate da un grande impegno profuso nella sistemazione e nella decorazione del monumento, siano strettamente correlate all’episcopato di Andrea, metropolita della città tra il 711 e il 730. A questo personaggio infatti le fonti attribuiscono un’azione di profonda riqualificazione delle strutture cittadine e un significativo incentivo nelle opere di carità cristiana, in un momento assai critico per la sopravvivenza dell’identità religiosa dell’isola alle soglie della conquista musulmana.

Nota preliminare su alcuni materiali architettonici di S. Tito

MARSILI, GIULIA
2009

Abstract

La basilica di S. Tito a Gortina rappresenta uno dei monumenti più significativi all’interno del panorama edilizio paleocristiano di Creta, eretta a simbolo dell’identità religiosa dell’isola durante il periodo della dominazione veneziana. In occasione di un completo riesame della documentazione relativa al monumento e alla relazione tra il complesso religioso e l’evoluzione dell’edilizia cristiana della città di Gortina fino all’invasione araba di IX secolo, vengono presentati alcuni materiali inediti pertinenti alla decorazione di arredo liturgico della chiesa. In base ad un’analisi tipologica, strutturale ed iconografica si ritiene di poter attribuire tali elementi ad un momento di significativa ristrutturazione dell’edificio di culto, successivo al terremoto del 670. Si ipotizza che tali trasformazioni, caratterizzate da un grande impegno profuso nella sistemazione e nella decorazione del monumento, siano strettamente correlate all’episcopato di Andrea, metropolita della città tra il 711 e il 730. A questo personaggio infatti le fonti attribuiscono un’azione di profonda riqualificazione delle strutture cittadine e un significativo incentivo nelle opere di carità cristiana, in un momento assai critico per la sopravvivenza dell’identità religiosa dell’isola alle soglie della conquista musulmana.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/105087
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