Una e divisibile. La RAI e i partiti negli anni del monopolio pubblico (1954-1975)

Nel dibattito pubblico italiano il tema dei rapporti tra il mondo televisivo e il sistema politico è oggi di grandissima attualità; ma non si tratta affatto di un problema nuovo o relativo solo agli ultimi vent’anni. Una “questione televisiva”, infatti, è sempre esistita in Italia, fin da quando, a metà degli anni ’50, partirono le prime trasmissioni televisive. Da allora intellettuali e politici si sono costantemente confrontati, e spesso scontrati, sulle modalità di gestione dell’apparato radiotelevisivo e sui suoi rapporti con i partiti e le istituzioni politiche. Perché la TV italiana è sempre apparsa un’appendice della politica, uno strumento asservito al potere e ai partiti? A partire da questo interrogativo, il volume ricostruisce le relazioni tra la televisione italiana e la politica dagli anni ’50 a metà degli anni ’70, quando il sistema radiotelevisivo era un esclusivo monopolio pubblico. Una fase in cui la storia del “governo della televisione” veniva spesso identificata polemicamente con la storia della “televisione del governo”.