Il saggio costituisce un'analisi innovativa delle tecniche di stilizzazione del linguaggio infantile utilizzate nella narrativa italiana contemporanea, e della relativa resa nelle traduzioni verso il francese. Il lavoro parte dalla premessa che, in un romanzo in cui la voce narrante è quella di un bambino o una bambina, il patto letterario tra autore e lettore si strutturi all'interno di convenzioni discorsive culturalmente connotate, basate sulla comune percezione di cosa sia un bambino, come parli e come tale parola possa essere trasposta in un tessuto narrativo. Dopo un excursus volto a rinvenire tracce di linguaggio infantile in alcuni romanzi italiani del 900 che danno la parola a bambini all'interno della narrazione (è il caso di scrittrici come Elsa Morante e Lalla Romano), sono presi in esame alcuni romanzi contemporanei di scrittori che adottano un punto di vista infantile nella diegesi (Aldo Nove, Nicolò Ammaniti, Erri De Luca), adeguando di conseguenza le scelte linguistiche e retoriche all'interno del testo nel suo complesso. Di questi romanzi si analizzano sia le caratteristiche lessicali e sintattiche ricorrenti e tipiche del modo di parlare dell'io-narrante bambino, sia il ricorso a strategie come la similitudine per oggettivare le emozioni. Nella seconda parte del lavoro, dopo una ricognizione di tratti ascrivibili al linguaggio infantile a partire da un corpus parallelo di romanzi francesi contemporanei (Romain Gary, Eric-Emmanuel Schmitt, Amadou Kouruma), vengono prese in esame le scelte dei traduttori che hanno trasposto i romanzi di Ammaniti (Io non ho paura) e di De Luca (Montedidio) dall'italiano in francese.

Bambini che narrano tra Italia e Francia / C. DE SANTIS; L. REGGIANI. - In: MEDIAZIONI. - ISSN 1974-4382. - ELETTRONICO. - 11:(2011), pp. 1-36.

Bambini che narrano tra Italia e Francia

DE SANTIS, CRISTIANA;REGGIANI, LICIA
2011

Abstract

Il saggio costituisce un'analisi innovativa delle tecniche di stilizzazione del linguaggio infantile utilizzate nella narrativa italiana contemporanea, e della relativa resa nelle traduzioni verso il francese. Il lavoro parte dalla premessa che, in un romanzo in cui la voce narrante è quella di un bambino o una bambina, il patto letterario tra autore e lettore si strutturi all'interno di convenzioni discorsive culturalmente connotate, basate sulla comune percezione di cosa sia un bambino, come parli e come tale parola possa essere trasposta in un tessuto narrativo. Dopo un excursus volto a rinvenire tracce di linguaggio infantile in alcuni romanzi italiani del 900 che danno la parola a bambini all'interno della narrazione (è il caso di scrittrici come Elsa Morante e Lalla Romano), sono presi in esame alcuni romanzi contemporanei di scrittori che adottano un punto di vista infantile nella diegesi (Aldo Nove, Nicolò Ammaniti, Erri De Luca), adeguando di conseguenza le scelte linguistiche e retoriche all'interno del testo nel suo complesso. Di questi romanzi si analizzano sia le caratteristiche lessicali e sintattiche ricorrenti e tipiche del modo di parlare dell'io-narrante bambino, sia il ricorso a strategie come la similitudine per oggettivare le emozioni. Nella seconda parte del lavoro, dopo una ricognizione di tratti ascrivibili al linguaggio infantile a partire da un corpus parallelo di romanzi francesi contemporanei (Romain Gary, Eric-Emmanuel Schmitt, Amadou Kouruma), vengono prese in esame le scelte dei traduttori che hanno trasposto i romanzi di Ammaniti (Io non ho paura) e di De Luca (Montedidio) dall'italiano in francese.
2011
Bambini che narrano tra Italia e Francia / C. DE SANTIS; L. REGGIANI. - In: MEDIAZIONI. - ISSN 1974-4382. - ELETTRONICO. - 11:(2011), pp. 1-36.
C. DE SANTIS; L. REGGIANI
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