Ai confini meridionali dei “territori della Serenissima”, nelle piatte e nebbiose lande del Polesine, si trova il comune di Fratta, abitato di antichissima origine, ricco di spunti storici e culturali. Durante tutto il periodo passato sotto la Repubblica di Venezia, e precisamente dal 1395 al 1797, Fratta ricevette infatti un’attenzione particolare da parte dei Nobili Veneziani che la scelsero come luogo di villeggiatura estiva, come testimoniano le tante magnifiche Ville fra le quali spicca la “Badoera”, costruita nel 1570 dall’architetto Andrea Palladio. A differenza delle maggior parte della produzione palladiana, Villa Badoer non è posizionata in un ambiente libero, bensì inserita in un contesto di borgata, ma, non per questo, risulta soffrire della propria posizione. Anzi, incastonata nel suo alto basamento, armonizza perfettamente con l’ambiente circostante in cui si inseriscono tante altre magnifiche Ville che formano il cuore storico di Fratta. Villa Badoer Per meglio apprezzarne la bellezza ed il significato architettonico, occorre ricordare che Palladio, a differenza di quasi i tutti i maggiori artisti del suo tempo, volle realizzare le proprie opere non in città capitale, bensì in centri di provincia e nelle campagne. Questa Villa, da lui progettata nel 1554 per il nobile veneziano Francesco Badoer, era infatti destinata a diventare il baricentro di una vasta tenuta agricola di quasi “cinquecento campi”. L’edifico doveva quindi essere funzionale alla conduzione dei possedimenti agricoli e, insieme, segno visibile della presenza “feudale” dei Badoer sul territorio. Oltre a sfruttare i propri investimenti, il “Magnifico Signore Francesco Badoero” (come riporta il trattato palladiano “I quattro libri dell’architettura” del 1570) voleva mostrare il prestigio economico raggiunto dalla sua Famiglia per mezzo di una villa di adeguate caratteristiche. Palladio riuscì a unire in una sintesi efficace entrambi i significati, collegando il maestoso corpo dominicale dalla semplice volumetria alle due barchesse piegate a semicerchio e schermanti le stalle ed altri annessi agricoli. L’alto basamento sostenente il corpo centrale rese necessaria una scenografica scalinata a più rampe, la principale a scendere nella corte, e le due laterali a connettersi con le testate delle barchesse, richiamando così la struttura di un tempio antico su terrazze. La loggia dell’edificio residenziale (pronao) mostra un raffinato ordine ionico, sormontato da un grande frontone triangolare su cui campeggia lo stemma familiare. Le elegantissime barchesse laterali, poi, sono le uniche concretamente realizzate da Palladio fra le molte progettate e la loro forma curvilinea - scrive lo stesso Plalladio - “richiama braccia aperte ad accogliere i visitatori”. Nelle barchesse egli applica l’ordine tuscanico, con ampi spazi fra le colonne, in modo da facilitare l’accesso ai carri. Di fronte, il vasto prato è dominato da due alte magnolie ed impreziosito da piccoli pozzi e statue. La Villa venne decorata da Giallo Fiorentino (pseudonimo di un pittore non esattamente identificato), che dipinse, anche nel pronao, fantasiose grottesche. La facciata, volta a levante, è posta di fronte ad un antico ponte; infatti, tutto il complesso è separato dal centro di Fratta da un canale navigabile che, attraverso l’Adige ed il Po, un tempo portava a Venezia. La costruzione di Villa Badoer influenzò senza dubbio lo sviluppo urbano del paese, costituendone il fulcro ed il punto di aggregazione, assolvendo così alla sua funzione di centralità economica oltre che estetica. Villa Grimani Molin Poco distante da Villa Badoer fu eretta, pochi anni dopo, Villa Grimani Molin (ora Avezzù Pignatelli), piacevole e dignitosissimo edificio che, nelle antiche mappe del Catastico Veneto del 1775, risulta proprietà del nobil uomo Giovanni Francesco Correr.
M.G.Bellardi (2011). Le Ville Storiche di Fratta Polesine. FLORTECNICA, 4, I-VI.
Le Ville Storiche di Fratta Polesine
BELLARDI, MARIA GRAZIA
2011
Abstract
Ai confini meridionali dei “territori della Serenissima”, nelle piatte e nebbiose lande del Polesine, si trova il comune di Fratta, abitato di antichissima origine, ricco di spunti storici e culturali. Durante tutto il periodo passato sotto la Repubblica di Venezia, e precisamente dal 1395 al 1797, Fratta ricevette infatti un’attenzione particolare da parte dei Nobili Veneziani che la scelsero come luogo di villeggiatura estiva, come testimoniano le tante magnifiche Ville fra le quali spicca la “Badoera”, costruita nel 1570 dall’architetto Andrea Palladio. A differenza delle maggior parte della produzione palladiana, Villa Badoer non è posizionata in un ambiente libero, bensì inserita in un contesto di borgata, ma, non per questo, risulta soffrire della propria posizione. Anzi, incastonata nel suo alto basamento, armonizza perfettamente con l’ambiente circostante in cui si inseriscono tante altre magnifiche Ville che formano il cuore storico di Fratta. Villa Badoer Per meglio apprezzarne la bellezza ed il significato architettonico, occorre ricordare che Palladio, a differenza di quasi i tutti i maggiori artisti del suo tempo, volle realizzare le proprie opere non in città capitale, bensì in centri di provincia e nelle campagne. Questa Villa, da lui progettata nel 1554 per il nobile veneziano Francesco Badoer, era infatti destinata a diventare il baricentro di una vasta tenuta agricola di quasi “cinquecento campi”. L’edifico doveva quindi essere funzionale alla conduzione dei possedimenti agricoli e, insieme, segno visibile della presenza “feudale” dei Badoer sul territorio. Oltre a sfruttare i propri investimenti, il “Magnifico Signore Francesco Badoero” (come riporta il trattato palladiano “I quattro libri dell’architettura” del 1570) voleva mostrare il prestigio economico raggiunto dalla sua Famiglia per mezzo di una villa di adeguate caratteristiche. Palladio riuscì a unire in una sintesi efficace entrambi i significati, collegando il maestoso corpo dominicale dalla semplice volumetria alle due barchesse piegate a semicerchio e schermanti le stalle ed altri annessi agricoli. L’alto basamento sostenente il corpo centrale rese necessaria una scenografica scalinata a più rampe, la principale a scendere nella corte, e le due laterali a connettersi con le testate delle barchesse, richiamando così la struttura di un tempio antico su terrazze. La loggia dell’edificio residenziale (pronao) mostra un raffinato ordine ionico, sormontato da un grande frontone triangolare su cui campeggia lo stemma familiare. Le elegantissime barchesse laterali, poi, sono le uniche concretamente realizzate da Palladio fra le molte progettate e la loro forma curvilinea - scrive lo stesso Plalladio - “richiama braccia aperte ad accogliere i visitatori”. Nelle barchesse egli applica l’ordine tuscanico, con ampi spazi fra le colonne, in modo da facilitare l’accesso ai carri. Di fronte, il vasto prato è dominato da due alte magnolie ed impreziosito da piccoli pozzi e statue. La Villa venne decorata da Giallo Fiorentino (pseudonimo di un pittore non esattamente identificato), che dipinse, anche nel pronao, fantasiose grottesche. La facciata, volta a levante, è posta di fronte ad un antico ponte; infatti, tutto il complesso è separato dal centro di Fratta da un canale navigabile che, attraverso l’Adige ed il Po, un tempo portava a Venezia. La costruzione di Villa Badoer influenzò senza dubbio lo sviluppo urbano del paese, costituendone il fulcro ed il punto di aggregazione, assolvendo così alla sua funzione di centralità economica oltre che estetica. Villa Grimani Molin Poco distante da Villa Badoer fu eretta, pochi anni dopo, Villa Grimani Molin (ora Avezzù Pignatelli), piacevole e dignitosissimo edificio che, nelle antiche mappe del Catastico Veneto del 1775, risulta proprietà del nobil uomo Giovanni Francesco Correr.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


