Le piante spontanee della tradizione popolare con gli usi ad esse associati, se letti in chiave contemporanea manifestano la molteplicità dei benefici (i cosiddetti servizi ecosistemici) che la biodiversità vegetale offre all’uomo (medicine, materie prime ecc.) in un determinato territorio ed in un determinato tempo. Per il Bolognese della prima metà del secolo scorso sono fondamentali gli scritti del demologo Gaspare Ungarelli (1852-1938) ed in particolare il volume intitolato Le piante aromatiche nei nomi e nell’uso e nella tradizione popolare bolognese del 1921 che si configura come un vero e proprio dizionario del folklore botanico bolognese. Il volume di Ungarelli si inserisce in uno scenario dove emergeva la necessità di mettere a sistema le conoscenze relative alla tradizione popolare (contemporanee e antiche) per prevenirne la perdita come conseguenza delle trasformazioni in atto in quegli anni. D’altro canto, era forte la preoccupazione per il prelievo eccessivo di alcune specie (in particolare quelle alpine) e questo fatto ha poi dato l’avvio a tutta una serie di percorsi di tutela della flora spontanea, soprattutto quella d’uso medicinale. Il presente contributo si collega a quello di Gian Paolo Borghi (Aspetti della medicina popolare tra esperienze di ricerca sul campo e studi demologici) e si discutono alcune piante spontanee presenti nel volume di Ungarelli in chiave contemporanea.
Pezzi, G. (2025). Le piante spontanee della tradizione popolare del Bolognese nell'opera di Gaspare Ungarelli (1852-1938). Gruppo di studi alta valle del Reno (Porretta Terme – Bo) Accademia Lo Scoltenna (Pievepelago – Mo).
Le piante spontanee della tradizione popolare del Bolognese nell'opera di Gaspare Ungarelli (1852-1938)
Giovanna Pezzi
2025
Abstract
Le piante spontanee della tradizione popolare con gli usi ad esse associati, se letti in chiave contemporanea manifestano la molteplicità dei benefici (i cosiddetti servizi ecosistemici) che la biodiversità vegetale offre all’uomo (medicine, materie prime ecc.) in un determinato territorio ed in un determinato tempo. Per il Bolognese della prima metà del secolo scorso sono fondamentali gli scritti del demologo Gaspare Ungarelli (1852-1938) ed in particolare il volume intitolato Le piante aromatiche nei nomi e nell’uso e nella tradizione popolare bolognese del 1921 che si configura come un vero e proprio dizionario del folklore botanico bolognese. Il volume di Ungarelli si inserisce in uno scenario dove emergeva la necessità di mettere a sistema le conoscenze relative alla tradizione popolare (contemporanee e antiche) per prevenirne la perdita come conseguenza delle trasformazioni in atto in quegli anni. D’altro canto, era forte la preoccupazione per il prelievo eccessivo di alcune specie (in particolare quelle alpine) e questo fatto ha poi dato l’avvio a tutta una serie di percorsi di tutela della flora spontanea, soprattutto quella d’uso medicinale. Il presente contributo si collega a quello di Gian Paolo Borghi (Aspetti della medicina popolare tra esperienze di ricerca sul campo e studi demologici) e si discutono alcune piante spontanee presenti nel volume di Ungarelli in chiave contemporanea.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


