La postfazione al volume di Simone Giorgio "L'ascolto di una tradizione", che per la prima volta indaga sistematicamente il rapporto di Gianni Celati con l'Ulisse di Joyce, si concentra il particolare sullo scarto rappresentato, per Celati e per altri intellettuali, tangenzialmente interessati alla stagione della neoavangardia, ma anche più giovani dei membri del Gruppo 63 e diversamente orientati in senso culturale ed esistenziale, dal confronto con le istanze della contestazione giovanile, anglosassone e soprattutto statunitense, che vennero a integrare e dis-integrare l'orizzonte tutto sommato europeo della storia del modernismo novecentesco. In questo scarto, l'incontro con Joyce, avvenuto al tempo della tesi di laurea, e culminato nella traduzione integrale del grande romanzo quasi sul finire della vita, significa per Celati non tanto e non solo l'incontro con l'opera maggiormente sperimentale ed erudita del Novecento, bensì l'incontro con il modernismo popolare, nozione fisheriana che Giorgio ricicla intelligentemente, e con la quale si spiega anche la fortuna del Surrealismo, altro fenomeno-ponte del XX secolo tra avanguardia e grande pubblico particolarmente importante per Celati. Celati insomma, nel dialogo con l'apolide Joyce e con la controcultura, intuisce una modalità di antagonismo e rivoluzione non violenta anzi dimissionaria, ludica e malinconica, carnevalesca, che imponta tutta la sua opera, e che soltanto attraverso la ricostruzione delle sue radici profonde (Swift, Joyce, Céline, Beckett, Bob Dylan) si comprende appieno.
Weber, L. (2025). L'ascolto di un'utopia. Macerata : Quodlibet.
L'ascolto di un'utopia
Luigi Weber
2025
Abstract
La postfazione al volume di Simone Giorgio "L'ascolto di una tradizione", che per la prima volta indaga sistematicamente il rapporto di Gianni Celati con l'Ulisse di Joyce, si concentra il particolare sullo scarto rappresentato, per Celati e per altri intellettuali, tangenzialmente interessati alla stagione della neoavangardia, ma anche più giovani dei membri del Gruppo 63 e diversamente orientati in senso culturale ed esistenziale, dal confronto con le istanze della contestazione giovanile, anglosassone e soprattutto statunitense, che vennero a integrare e dis-integrare l'orizzonte tutto sommato europeo della storia del modernismo novecentesco. In questo scarto, l'incontro con Joyce, avvenuto al tempo della tesi di laurea, e culminato nella traduzione integrale del grande romanzo quasi sul finire della vita, significa per Celati non tanto e non solo l'incontro con l'opera maggiormente sperimentale ed erudita del Novecento, bensì l'incontro con il modernismo popolare, nozione fisheriana che Giorgio ricicla intelligentemente, e con la quale si spiega anche la fortuna del Surrealismo, altro fenomeno-ponte del XX secolo tra avanguardia e grande pubblico particolarmente importante per Celati. Celati insomma, nel dialogo con l'apolide Joyce e con la controcultura, intuisce una modalità di antagonismo e rivoluzione non violenta anzi dimissionaria, ludica e malinconica, carnevalesca, che imponta tutta la sua opera, e che soltanto attraverso la ricostruzione delle sue radici profonde (Swift, Joyce, Céline, Beckett, Bob Dylan) si comprende appieno.| File | Dimensione | Formato | |
|---|---|---|---|
|
Luigi Weber, L_ascolto di un_utopia.pdf
accesso riservato
Descrizione: Postfazione
Tipo:
Versione (PDF) editoriale / Version Of Record
Licenza:
Licenza per accesso riservato
Dimensione
92.36 kB
Formato
Adobe PDF
|
92.36 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Contatta l'autore |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


