Dal futuro ai futuri. Percorsi plurali di emancipazione

Non vi è apertura al futuro, se non si è in grado di riscrivere il passato o, perlomeno, di immaginare un passato “possibile”, anziché necessario. Come la psicanalisi insegna, il passato “necessario” favorisce la rimozione dei traumi e alimenta la “coazione a ripetere”, e questo accade tanto nell’e- sperienza individuale quanto in quella sociale e comunitaria: nessuna co- munità può riprendersi dagli orrori della Shoah se non li trasforma in rito di elaborazione collettiva. Nessuna forza democratica può tutelarci oggi dal ritorno del passato, se non ha adeguatamente compreso le “ragioni” degli errori compiuti da quelle stesse forze circa un secolo prima. La parte migliore della storia, in realtà, fa leva su processi di emancipa- zione, che ci hanno consentito di prendere le distanze da un passato a dir poco violento, fatto di guerre, stragi, contese dinastiche, conflitti interreli- giosi, infanticidi… qualcuno oggi vorrebbe cancellare questa recente storia dell’emancipazione umana o anche solo bloccarla, riservarla a qualcuno, a pochi, comunque, non proprio a tutti. È questo il vero grande conflitto del nostro tempo.