Il Tekniska Högskolans Studentkår a Stoccolma: una spinta corale verso la modernità

The Students’ Union Building (THS) at the Royal Institute of Technology (KTH) in Stockholm, inaugurated in October 1930 shortly after the Stockholm Exhibition, is a key work in Swedish modernism. Designed by Sven Markelius and Uno Åhrén after their 1928 competition win, it embodied funkis ideals, as a result of a new ar-chitectural vision shaped by foreign impulses. Yet the history of the students’ hub did not stop there: it spans nearly a century of transformation through architectural competitions and direct commissions. Extensions by Markelius and Bengt Lindroos in 1952, and by Lindroos with Hans Borgström in 1977, reflected evolving paradigms of modernity − from New Empiricism to spontanitet. This paper dismantles narratives that isolate authorship and amplify individual architects’ aura, overlooking the overall THS’s development and collabora-tive genesis. Drawing on unpublished archival sources, this paper examines the building’s evolving identity and repositions it as a layered, interdisciplinary project shaped by multiple actors across architecture, interi-ors, and planning. Unpacking its architectural stratification reveals how the institution continuously adapted to social change, economic shifts, and broader cultural transitions.

La sede dell’Unione degli Studenti (THS) presso l’Istituto Reale di Tecnologia (KTH) di Stoccolma, inaugurato nell’ottobre del 1930 poco dopo l’Esposizione di Stoccolma, rappresenta un’opera cruciale nello sviluppo della parabola moderna svedese. Progettata da Sven Markelius e Uno Åhrén a seguito della vittoria nel concorso del 1928, l’edificio incarna gli ideali del funkis e una nuova visione dell’architettura forgiata da impulsi culturali di matrice internazionale. Tuttavia, la storia di questo centro di aggregazione studentesca non si esaurisce con quella prima costruzione: essa attraversa quasi un secolo di trasformazioni, scandite da concorsi di architettura e incarichi diretti. Le estensioni di Markelius e Bengt Lindroos del 1952, e quella di Lindroos con Hans Borgström del 1977, riflettono l’evoluzione dei paradigmi della modernità: dal neoempirismo allo spontanitet. Questo contributo decostruisce le narrazioni che attribuiscono l’autorialità a figure singole, esaltandone l’aura individuale e oscurando tanto lo sviluppo complessivo del progetto THS quanto la sua genesi collettiva. Attraverso l’analisi di fonti d’archivio inedite, il saggio ricostruisce l’identità in evoluzione dell’edificio, interpretandolo come un’opera stratificata e interdisciplinare, plasmata dall’interazione di molteplici attori operanti tra architettura, interior design e pianificazione. L’esplorazione della sua complessa articolazione architettonica consente di cogliere come l’istituzione studentesca si sia costantemente adattata ai mutamenti sociali, alle dinamiche economiche e alle più ampie trasformazioni culturali.