Eugenia Scarzanella lavora con una storia di vita. Ricostruisce il percorso biografico di Isabel de Obligado (classe 1907), una donna nata in Svizzera, emigrata a Parigi e che visse tra l’Argentina e l’Italia dalla prima metà del Novecento. Il lavoro di composizione di questa biografia viene fatto consultando fonti di archivio, testi di storia, autobiografie di tipo storico e letterario, interviste, cercando nell’epistolario della protagonista e ripercorrendo alcuni luoghi in cui lei era vissuta. Un lavoro certosino di ricostruzione storica con fonti spesso non facili da reperire. È il lavoro di una storica che si è avvalsa di alcune metodologie di tipo etnografico e della storia orale. La vita di Isabel è una vita spezzata. Almeno così io l’ho percepita ad una prima lettura di questo libro. Si tratta di una vita spezzata in due. Ma forse nella sua vecchiaia anche in tre, quattro e cinque. La prima parte della vita di Isabel, quella che ricostruisce Eugenia, è in Argentina. Lei arriva a Buenos Aires nel 1930 con un giovane rampollo di una ricca famiglia argentina che aveva conosciuto a Parigi un anno prima. Si chiama Eliza Ester Kuhn. Nella biografia di Isabel ci sono stratificazioni onomastiche che sono indizi preziosi della complessità della sua storia. Il regime onomastico che lei sceglie ci spiega e ci dice della sua vita spezzata. I suoi nomi esprimono le relazioni e i vincoli che vuole creare ma spezzano al contempo quelli che aveva appena sedimentato. Cambia il nome per essere accettata dalla famiglia prima e poi, con molta probabilità, perché doveva lavorare come spia. Il suo nome: Eliza Ester Kuhn viene cancellato quando si sposa, poco dopo il suo arrivo a Buenos Aires, con Jorge Rafael Obligado e diventa Isabel de Obligado. Fa suo il nome della suocera e cancella il suo cognome. E con questo “nome” (e cognome in realtà) si entra in un universo molto particolare perché gli Obligado nell’Argentina del XIX e XX secolo erano una famiglia particolare. Scarzanella sottolinea come la famiglia era presente in Argentina “dalla fine del Settecento, il capostipite, Antonio de Obligado, veniva dall’Andalusia, era un commerciante che aveva comprato, nel 1779, vaste porzioni di terra lungo il fiume Paraná nella zona di San Pedro, 175 miglia quadrate, un’area di facile accesso navigando il fiume dalla vicina Buenos Aires” (p.21).
Franceschi, Z.A. (2023). Recensione a: Eugenia Scarzanella, Isabel e la sua ombra. Dall'Argentina degli anni Trenta all'Italia occupata dai nazisti, Pellegrini Editore, Cosenza, 2023, pp.118. GIORNALE DI STORIA CONTEMPORANEA, 2, 196-201.
Recensione a: Eugenia Scarzanella, Isabel e la sua ombra. Dall'Argentina degli anni Trenta all'Italia occupata dai nazisti, Pellegrini Editore, Cosenza, 2023, pp.118.
Zelda Alice Franceschi
2023
Abstract
Eugenia Scarzanella lavora con una storia di vita. Ricostruisce il percorso biografico di Isabel de Obligado (classe 1907), una donna nata in Svizzera, emigrata a Parigi e che visse tra l’Argentina e l’Italia dalla prima metà del Novecento. Il lavoro di composizione di questa biografia viene fatto consultando fonti di archivio, testi di storia, autobiografie di tipo storico e letterario, interviste, cercando nell’epistolario della protagonista e ripercorrendo alcuni luoghi in cui lei era vissuta. Un lavoro certosino di ricostruzione storica con fonti spesso non facili da reperire. È il lavoro di una storica che si è avvalsa di alcune metodologie di tipo etnografico e della storia orale. La vita di Isabel è una vita spezzata. Almeno così io l’ho percepita ad una prima lettura di questo libro. Si tratta di una vita spezzata in due. Ma forse nella sua vecchiaia anche in tre, quattro e cinque. La prima parte della vita di Isabel, quella che ricostruisce Eugenia, è in Argentina. Lei arriva a Buenos Aires nel 1930 con un giovane rampollo di una ricca famiglia argentina che aveva conosciuto a Parigi un anno prima. Si chiama Eliza Ester Kuhn. Nella biografia di Isabel ci sono stratificazioni onomastiche che sono indizi preziosi della complessità della sua storia. Il regime onomastico che lei sceglie ci spiega e ci dice della sua vita spezzata. I suoi nomi esprimono le relazioni e i vincoli che vuole creare ma spezzano al contempo quelli che aveva appena sedimentato. Cambia il nome per essere accettata dalla famiglia prima e poi, con molta probabilità, perché doveva lavorare come spia. Il suo nome: Eliza Ester Kuhn viene cancellato quando si sposa, poco dopo il suo arrivo a Buenos Aires, con Jorge Rafael Obligado e diventa Isabel de Obligado. Fa suo il nome della suocera e cancella il suo cognome. E con questo “nome” (e cognome in realtà) si entra in un universo molto particolare perché gli Obligado nell’Argentina del XIX e XX secolo erano una famiglia particolare. Scarzanella sottolinea come la famiglia era presente in Argentina “dalla fine del Settecento, il capostipite, Antonio de Obligado, veniva dall’Andalusia, era un commerciante che aveva comprato, nel 1779, vaste porzioni di terra lungo il fiume Paraná nella zona di San Pedro, 175 miglia quadrate, un’area di facile accesso navigando il fiume dalla vicina Buenos Aires” (p.21).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


