La definizione della nozione di violazione strutturale dei valori ex art. 2 TUE richiede uno sforzo interpretativo posto che tale concetto non è espressamente previsto dai Trattati ma è stato enucleato recentemente dalla Corte di giustizia. In particolare, i giudici di Lussemburgo, a partire dai casi N.S. e C.K. in materia di immigrazione e asilo, hanno coniato l’espressione “carenze sistemiche o generalizzate” dello Stato di diritto, senza però definirne il contenuto. Siffatta nozione è stata riproposta anche nell’ambito del MAE – dapprima nelle note sentenze Aranyosi e Caldararu e Dorobantu, e, poi, nei casi LM e L e P – ed utilizzata nella sentenza relativa alla causa C-791/19 per affermare che la creazione della nuova Camera disciplinare polacca realizza un “attacco sistemico” all’indipendenza della magistratura. Come noto, le violazioni dei valori fondanti dell’Unione europea dovrebbero essere accertate, in virtù dell’art. 7 TUE, dal Consiglio e dal Consiglio europeo, che dovrebbero valutare la sussistenza dei requisiti della gravità e della persistenza della violazione. Sennonché, la creazione da parte della Corte della nozione di “carenza sistemica o generalizzata” dei valori sembra, invero, costituire un requisito diverso dalla gravità e dalla persistenza, che gode di una propria autonomia e che formalizza un “nuovo” accertamento della violazione di Stato di diritto. Il contributo si propone, dunque, ripercorrendo la giurisprudenza della Corte di giustizia, di comprendere quale sia a livello sistematico la conseguenza pratica della introduzione della violazione strutturale e di elaborare i criteri funzionali a riconoscere “le carenze sistemiche e generalizzate” dei valori dell’art. 2 TUE da parte degli Stati membri.
Lanotte, M. (2022). I criteri funzionali al riconoscimento di una “carenza sistemica e generalizzata” dei valori fondanti dell’Unione europea. Napoli : Editoriale Scientifica.
I criteri funzionali al riconoscimento di una “carenza sistemica e generalizzata” dei valori fondanti dell’Unione europea
MIRIANA LANOTTE
2022
Abstract
La definizione della nozione di violazione strutturale dei valori ex art. 2 TUE richiede uno sforzo interpretativo posto che tale concetto non è espressamente previsto dai Trattati ma è stato enucleato recentemente dalla Corte di giustizia. In particolare, i giudici di Lussemburgo, a partire dai casi N.S. e C.K. in materia di immigrazione e asilo, hanno coniato l’espressione “carenze sistemiche o generalizzate” dello Stato di diritto, senza però definirne il contenuto. Siffatta nozione è stata riproposta anche nell’ambito del MAE – dapprima nelle note sentenze Aranyosi e Caldararu e Dorobantu, e, poi, nei casi LM e L e P – ed utilizzata nella sentenza relativa alla causa C-791/19 per affermare che la creazione della nuova Camera disciplinare polacca realizza un “attacco sistemico” all’indipendenza della magistratura. Come noto, le violazioni dei valori fondanti dell’Unione europea dovrebbero essere accertate, in virtù dell’art. 7 TUE, dal Consiglio e dal Consiglio europeo, che dovrebbero valutare la sussistenza dei requisiti della gravità e della persistenza della violazione. Sennonché, la creazione da parte della Corte della nozione di “carenza sistemica o generalizzata” dei valori sembra, invero, costituire un requisito diverso dalla gravità e dalla persistenza, che gode di una propria autonomia e che formalizza un “nuovo” accertamento della violazione di Stato di diritto. Il contributo si propone, dunque, ripercorrendo la giurisprudenza della Corte di giustizia, di comprendere quale sia a livello sistematico la conseguenza pratica della introduzione della violazione strutturale e di elaborare i criteri funzionali a riconoscere “le carenze sistemiche e generalizzate” dei valori dell’art. 2 TUE da parte degli Stati membri.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


