Nelle ultime decadi si è assistito a un progressivo intensificarsi della complessità dei servizi educativi e di cura, sempre più caratterizzati da un elevata eterogeneità socioculturale e linguistica (Zoletto, 2012). Nei contesti sanitari, tale eterogeneità si traduce in sfide inedite per l’esercizio quotidiano della professione medica. Di particolare urgenza è il tema dell’inclusione di pazienti con poche o nulle competenze linguistiche nella lingua in cui si svolge l’incontro medico. Come garantire uno scambio efficace di informazioni? Come attuare processi di shared-decision making nell’ottica del rispetto dell’autonomia e autodeterminazione del paziente? La posta in gioco si complica ulteriormente quando i pazienti sono minori stranieri non accompagnati (MSNA). Nonostante questa etichetta notoriamente racchiuda una pluralità di situazioni disparate tra loro (soprattutto in termini di provenienza), i MSNA hanno in comune il fatto di aver intrapreso un percorso migratorio da minorenni e di trovarsi nel paese di accoglienza senza un adulto legalmente responsabile di riferimento (Agostinetto, 2018; Salinaro, 2020). Data la vulnerabilità sociale dei MSNA inasprita dal divario linguistico, i professionisti della cura sono chiamati a confrontarsi con le caratteristiche e i bisogni specifici di questi pazienti. Come includere i MSNA nel corso della visita medica? Come garantire la promozione di agency e autonomia del paziente? Nel tentativo di offrire possibili risposte e spunti di riflessione intorno a questi interrogativi, il presente contributo riporta alcuni risultati di uno studio di caso condotto nell’ambito di visite mediche di base di MSNA (Caronia et al., 2020, 2022).
Ranzani, F. (2024). L’inclusione dei minori stranieri non accompagnati nei contesti sanitari: uno studio di caso. Lecce : Pensa MultiMedia.
L’inclusione dei minori stranieri non accompagnati nei contesti sanitari: uno studio di caso
Federica Ranzani
2024
Abstract
Nelle ultime decadi si è assistito a un progressivo intensificarsi della complessità dei servizi educativi e di cura, sempre più caratterizzati da un elevata eterogeneità socioculturale e linguistica (Zoletto, 2012). Nei contesti sanitari, tale eterogeneità si traduce in sfide inedite per l’esercizio quotidiano della professione medica. Di particolare urgenza è il tema dell’inclusione di pazienti con poche o nulle competenze linguistiche nella lingua in cui si svolge l’incontro medico. Come garantire uno scambio efficace di informazioni? Come attuare processi di shared-decision making nell’ottica del rispetto dell’autonomia e autodeterminazione del paziente? La posta in gioco si complica ulteriormente quando i pazienti sono minori stranieri non accompagnati (MSNA). Nonostante questa etichetta notoriamente racchiuda una pluralità di situazioni disparate tra loro (soprattutto in termini di provenienza), i MSNA hanno in comune il fatto di aver intrapreso un percorso migratorio da minorenni e di trovarsi nel paese di accoglienza senza un adulto legalmente responsabile di riferimento (Agostinetto, 2018; Salinaro, 2020). Data la vulnerabilità sociale dei MSNA inasprita dal divario linguistico, i professionisti della cura sono chiamati a confrontarsi con le caratteristiche e i bisogni specifici di questi pazienti. Come includere i MSNA nel corso della visita medica? Come garantire la promozione di agency e autonomia del paziente? Nel tentativo di offrire possibili risposte e spunti di riflessione intorno a questi interrogativi, il presente contributo riporta alcuni risultati di uno studio di caso condotto nell’ambito di visite mediche di base di MSNA (Caronia et al., 2020, 2022).| File | Dimensione | Formato | |
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