Il carico di frutti, oltre a determinare quantità e qualità delle produzioni, risulta essere in molte specie un regolatore fotosintetico. Abbassando il numero e/o la forza dei sink, infatti, i prodotti della fotosintesi permangono più a lungo nel ciclo costipando il sistema che rallenta il suo tasso di carbossilazione. La pressione fotonica in entrata viene utilizzata in minima parte per la fotosintesi mentre la quota restante è dissipata tramite meccanismi di fotoprotezione (Non Photochemical Quenching, trasporti alternativi e fotorespirazione) e Foto-ossidazione, con la formazione di Specie Attive dell’Ossigeno. In condizioni di ridotta fotosintesi le vie di difesa ed i meccanismi di Foto-ossidazione risultano essere enfatizzati dall’ eccesso energetico non utilizzato per la carbossilazione; si incrementa, così, il rischio di formazione di specie radicaliche e di insorgenza del foto-danno. Vista la vitale importanza dei fotosistemi, la pianta mette in atto meccanismi efficaci ed efficienti per la repentina riparazione delle componenti danneggiate. Nel presente lavoro viene quantificata e confrontata l’entità delle diverse vie di utilizzazione dell’energia captata da foglie di piante di pesco (cv Stark RedGold) sottoposte ad alto e basso carico di frutti, in presenza o meno di riparazione del foto-danno. Consentendo la riparazione, i due carichi imposti non hanno determinato alcuna differenza sulla fotosintesi e sugli altri trasporti energetici. Quando la riparazione è stata bloccata, le piante sottoposte a basso carico hanno subito una sensibile flessione della fotosintesi ed un notevole innalzamento della quantità di energia dispersa dai fotosistemi danneggiati. Un basso carico produttivo, quindi, provocherebbe un rallentamento del tasso fotosintetico ed un conseguente incremento del foto-danno. La riparazione dei fotosistemi distrutti nasconderebbe tale fenomeno poiché il danno sarebbe riparato usando i fotosintati rilasciati dal ciclo carbossilativo che viene così de-costipato.
Losciale P., Morandi B., Chiai P., Corelli Grappadelli L. (2008). Carico produttivo e stress foto-ossidativo in pesco.. CASERTA : n.s..
Carico produttivo e stress foto-ossidativo in pesco.
LOSCIALE, PASQUALE;MORANDI, BRUNELLA;CORELLI GRAPPADELLI, LUCA
2008
Abstract
Il carico di frutti, oltre a determinare quantità e qualità delle produzioni, risulta essere in molte specie un regolatore fotosintetico. Abbassando il numero e/o la forza dei sink, infatti, i prodotti della fotosintesi permangono più a lungo nel ciclo costipando il sistema che rallenta il suo tasso di carbossilazione. La pressione fotonica in entrata viene utilizzata in minima parte per la fotosintesi mentre la quota restante è dissipata tramite meccanismi di fotoprotezione (Non Photochemical Quenching, trasporti alternativi e fotorespirazione) e Foto-ossidazione, con la formazione di Specie Attive dell’Ossigeno. In condizioni di ridotta fotosintesi le vie di difesa ed i meccanismi di Foto-ossidazione risultano essere enfatizzati dall’ eccesso energetico non utilizzato per la carbossilazione; si incrementa, così, il rischio di formazione di specie radicaliche e di insorgenza del foto-danno. Vista la vitale importanza dei fotosistemi, la pianta mette in atto meccanismi efficaci ed efficienti per la repentina riparazione delle componenti danneggiate. Nel presente lavoro viene quantificata e confrontata l’entità delle diverse vie di utilizzazione dell’energia captata da foglie di piante di pesco (cv Stark RedGold) sottoposte ad alto e basso carico di frutti, in presenza o meno di riparazione del foto-danno. Consentendo la riparazione, i due carichi imposti non hanno determinato alcuna differenza sulla fotosintesi e sugli altri trasporti energetici. Quando la riparazione è stata bloccata, le piante sottoposte a basso carico hanno subito una sensibile flessione della fotosintesi ed un notevole innalzamento della quantità di energia dispersa dai fotosistemi danneggiati. Un basso carico produttivo, quindi, provocherebbe un rallentamento del tasso fotosintetico ed un conseguente incremento del foto-danno. La riparazione dei fotosistemi distrutti nasconderebbe tale fenomeno poiché il danno sarebbe riparato usando i fotosintati rilasciati dal ciclo carbossilativo che viene così de-costipato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.