All’interno della complessa riforma disposta dagli atti del Nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo, è stato approvato il regolamento 2024/1349 che introduce una procedura di rimpatrio alla frontiera. Il presente contributo intende analizzare siffatto regolamento, concentrandosi sugli elementi essenziali quali l’ambito di applicazione territoriale e soggettivo, le condizioni di accoglienza e le garanzie riservate ai cittadini dei Paesi terzi, e da ultimo, il regime della partenza volontaria e del trattenimento. Tale analisi si pone lo scopo di evidenziare come la maggior parte delle disposizioni siano espres- sione di una logica securitaria particolarmente marcata che mal si concilia con l’esigenza di protezione dei diritti umani. Lo stesso approccio, invero, contraddistingue anche la proposta (non ancora approvata) di rifusione della direttiva rimpatri il cui studio è funzionale a dimostrare, da un lato, l’importanza che questa non sia stata riformata nei termini proposti dalla Commissione europea e, dall’altro, la necessità che la nuova proposta disciplini il rimpatrio in termini più rispettosi dei diritti umani.
Lanotte, M. (2025). Il regolamento (UE) 2024/1349: l’ultimo tassello della “procedura di frontiera” previsto dal Nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo. QUADERNI AISDUE, 4/2024(Il futuro del diritto e della politica migratoria europea: il Nuovo Patto e oltre), 489-518.
Il regolamento (UE) 2024/1349: l’ultimo tassello della “procedura di frontiera” previsto dal Nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo
Miriana Lanotte
2025
Abstract
All’interno della complessa riforma disposta dagli atti del Nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo, è stato approvato il regolamento 2024/1349 che introduce una procedura di rimpatrio alla frontiera. Il presente contributo intende analizzare siffatto regolamento, concentrandosi sugli elementi essenziali quali l’ambito di applicazione territoriale e soggettivo, le condizioni di accoglienza e le garanzie riservate ai cittadini dei Paesi terzi, e da ultimo, il regime della partenza volontaria e del trattenimento. Tale analisi si pone lo scopo di evidenziare come la maggior parte delle disposizioni siano espres- sione di una logica securitaria particolarmente marcata che mal si concilia con l’esigenza di protezione dei diritti umani. Lo stesso approccio, invero, contraddistingue anche la proposta (non ancora approvata) di rifusione della direttiva rimpatri il cui studio è funzionale a dimostrare, da un lato, l’importanza che questa non sia stata riformata nei termini proposti dalla Commissione europea e, dall’altro, la necessità che la nuova proposta disciplini il rimpatrio in termini più rispettosi dei diritti umani.| File | Dimensione | Formato | |
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