La cancelleria negli anni delle Compilazioni: Triboniano, i giuristi e il Digesto

The article intends to examine, through the interpretation of the testimonies derivable from the imperial legislation of the years 529-532, the path that led Tribonian first to the project and then to the realisation of the Sanctissimum templum iustitiae. In this context, several constitutions of the year 529 and of the first half of 530 are already of particular importance, in which a ‘dialogue’, albeit still ‘experimental’, with the jurisprudence of the time of the Principate is realised for the first time with continuity. The subsequent ‘turning point’, identified in a group of normative texts addressed ad sena- tum and datable to 22 July 530, paved the way for the decisiones, but in a perspective still essentially linked to the rationalisation of the mechanisms of the law of citations. In this, in particular, is to be found the difference with the constitutiones ad commodum propositi operis pertinentes, which instead are posed as a moment of close dia- logue between chancellery and compilers during the actual process of the collection of iura. It is precisely from the study of the consti- tutiones ad commodum, far less investigated by the literature than the decisiones, that important evidence can be gleaned regarding the timing of the perusal of classical materials and, more generally, regarding the working methods of the subcommissions. Finally, the quality and quantity of the quotations from jurists denote a change in the established hierarchies in the Late Antique era. The undisput- ed primacy of Papinianus and, subordinately, of Paulus leaves room for the growing importance accorded to Ulpianus and the primacy of Julian, considered by Tribonianus as a model to be inspired by in relationship of confidence and collaboration between the emperor and ‘his’ jurist.

Il contributo intende esaminare, attraverso la lettura delle testimo- nianze ricavabili dalla legislazione imperiale degli anni 529-532, il per- corso che portò Triboniano prima al progetto e poi alla realizzazione del Sanctissimum templum iustitiae. In questo quadro assumono una particolare importanza già alcune costituzioni del 529 e della prima metà del 530 in cui si realizza per la prima volta con continuità un ‘dialogo’, sia pure ancora ‘sperimentale’, con la giurisprudenza dell’e- poca del Principato. La successiva ‘svolta’, individuata in un gruppo di testi normativi indirizzati ad senatum e databili al 22 luglio del 530, aprirà la strada alle decisiones, ma in un’ottica ancora essenzialmente legata alla razionalizzazione dei meccanismi della legge delle citazioni. In questo in particolare va rinvenuta la differenza con le constitutiones ad commodum propositi operis pertinentes che invece si pongono come un momento di dialogo serrato fra cancelleria e compilatori durante il concreto farsi della raccolta di iura. È proprio dallo studio delle consti- tutiones ad commodum, assai meno indagate dalla letteratura di quanto non sia avvenuto per le decisiones, che possono ricavarsi dati di cono- scenza importanti riguardo ai tempi di spoglio dei materiali classici e più in generale rispetto alle modalità di lavoro delle sottocommissio- ni. Infine la qualità e quantità delle citazioni dei giuristi denotano un mutarsi delle gerarchie consolidate nell’epoca tardoantica. Il primato indiscusso di Papiniano e in subordine di Paolo lascia spazio alla cre- scente importanza riconosciuta a Ulpiano e alla primazia di Giuliano, considerato da Triboniano come un modello cui ispirarsi nel rapporto di fiducia e collaborazione fra l’imperatore e il ‘suo’ giurista.