Il rinvenimento di una versione dello Stabat Mater, intonato in forma di sequenza, in un Graduale di fine Duecento, proveniente da un monastero femminile domenicano di Bologna, consente di formulare nuove ipotesi sull’origine e sulla storia di questo celebre testo, di cui finora non si avevano prove che fosse stato utilizzato come sequenza prima della metà del secolo XV. L’analisi del brano mette in evidenza particolari inediti circa l’ambiente storico e il contesto liturgico-musicale del suo impiego, mentre dal confronto con la ricca casistica di varianti testuali offerta dalla sua intricata tradizione emergono concordanze con altre fonti, in prevalenza più tardive, dell’area emiliano-veneta. Trattandosi di una delle documentazioni più antiche di questo popolare componimento – oggi è nota solo un’altra testimonianza coeva, sempre bolognese, priva però di notazione musicale –, è fuor di dubbio l’importanza del suo ruolo sul piano della critica testuale, che, fra l’altro, non depone a favore della (discussa) paternità di Iacopone da Todi.

“Un’antica versione dello Stabat Mater in un Graduale delle domenicane bolognesi”

RUINI, CESARINO
2010

Abstract

Il rinvenimento di una versione dello Stabat Mater, intonato in forma di sequenza, in un Graduale di fine Duecento, proveniente da un monastero femminile domenicano di Bologna, consente di formulare nuove ipotesi sull’origine e sulla storia di questo celebre testo, di cui finora non si avevano prove che fosse stato utilizzato come sequenza prima della metà del secolo XV. L’analisi del brano mette in evidenza particolari inediti circa l’ambiente storico e il contesto liturgico-musicale del suo impiego, mentre dal confronto con la ricca casistica di varianti testuali offerta dalla sua intricata tradizione emergono concordanze con altre fonti, in prevalenza più tardive, dell’area emiliano-veneta. Trattandosi di una delle documentazioni più antiche di questo popolare componimento – oggi è nota solo un’altra testimonianza coeva, sempre bolognese, priva però di notazione musicale –, è fuor di dubbio l’importanza del suo ruolo sul piano della critica testuale, che, fra l’altro, non depone a favore della (discussa) paternità di Iacopone da Todi.
2010
213
233
Ruini C.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/101083
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