Una lunga complicità raccoglie i saggi di Stefano Agosti sull’opera di Andrea Zanzotto, scritti nell’arco di un fertile dialogo pluridecennale fra il critico e il poeta. Il titolo serba memoria della celebre raccolta dei contributi critici di Contini su Montale, Una lunga fedeltà (Torino 1974), e nel contempo quella «complicità» segnala i termini di un confronto basato su affinità profonde fra Agosti, ora professore emerito dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, e Zanzotto, il poeta che condusse la propria intera esistenza da «isolato» nella specola di Pieve di Soligo. Proprio da quella Heimat hölderliniana (F. Bandini, Zanzotto dalla «Heimat» al mondo, in Le poesie e le prose scelte, Milano, Mondadori, 1999, p. LXI), l’inesauribile ricerca poetica di Zanzotto sarà in grado di abbracciare il dispiegarsi dell’esistente in tutte le sue contraddizioni, attraverso un rapporto mai pacificato con il linguaggio e con un «esser-ci» tutto umano al quale soltanto la poesia può restituire un senso.
Ciaco, M. (2018). Recensione a Stefano Agosti, Una lunga complicità. Scritti su Andrea Zanzotto, Milano, Il Saggiatore, 2015. OBLIO, 29, 126-128.
Recensione a Stefano Agosti, Una lunga complicità. Scritti su Andrea Zanzotto, Milano, Il Saggiatore, 2015
Marilina Ciaco
2018
Abstract
Una lunga complicità raccoglie i saggi di Stefano Agosti sull’opera di Andrea Zanzotto, scritti nell’arco di un fertile dialogo pluridecennale fra il critico e il poeta. Il titolo serba memoria della celebre raccolta dei contributi critici di Contini su Montale, Una lunga fedeltà (Torino 1974), e nel contempo quella «complicità» segnala i termini di un confronto basato su affinità profonde fra Agosti, ora professore emerito dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, e Zanzotto, il poeta che condusse la propria intera esistenza da «isolato» nella specola di Pieve di Soligo. Proprio da quella Heimat hölderliniana (F. Bandini, Zanzotto dalla «Heimat» al mondo, in Le poesie e le prose scelte, Milano, Mondadori, 1999, p. LXI), l’inesauribile ricerca poetica di Zanzotto sarà in grado di abbracciare il dispiegarsi dell’esistente in tutte le sue contraddizioni, attraverso un rapporto mai pacificato con il linguaggio e con un «esser-ci» tutto umano al quale soltanto la poesia può restituire un senso.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


