Il presente articolo, dedicato alla Divina Mimesis di Pasolini, studia il tema dell’Inferno dantesco come un dispositivo di rappresentazione che interseca la dimensione infernale dell’opera pasoliniana con quella delle Lettere dal carcere di Gramsci e delle Città invisibili di Calvino. Il quadro complessivo – che emerge dal confronto e dall’analisi dei singoli testi – è quello di un Inferno contemporaneo dotato di una duplice valenza figurale: da un lato quella autoreferenziale di metafora dell’isolamento dell’autore all’interno della società a lui coeva (effetto Gramsci), dall’altro quella di immagine caricaturale, e polemica, delle forme di degrado urbano caratteristiche dell’Italia della fine del boom economico (effetto Calvino). This essay, focused on Pasolini’s Divina Mimesis, analyzes the topic of Dante’s Inferno as a representation device which connects the infernal dimension of Pasolini’s work with Gramsci’s Lettere dal carcere and Calvino’s Città invisibili. The final setting – which emerges from the comparison and the analysis of each text – is the idea of a contemporary Inferno provided with a double figural meaning. The first one is a metaphor of author’s isolation inside the coeval society. The second one is a polemic caricature of the main forms of urban decay, typical of Italy historical conditions after economic boom.
Pomarici, C. (2021). «Nient’altro se non l’asfalto e l’immensità» Ripetizione e continuità nella Divina mimesis di Pasolini. L'OSPITE INGRATO, 9, 357-382.
«Nient’altro se non l’asfalto e l’immensità» Ripetizione e continuità nella Divina mimesis di Pasolini
Cesare Pomarici
2021
Abstract
Il presente articolo, dedicato alla Divina Mimesis di Pasolini, studia il tema dell’Inferno dantesco come un dispositivo di rappresentazione che interseca la dimensione infernale dell’opera pasoliniana con quella delle Lettere dal carcere di Gramsci e delle Città invisibili di Calvino. Il quadro complessivo – che emerge dal confronto e dall’analisi dei singoli testi – è quello di un Inferno contemporaneo dotato di una duplice valenza figurale: da un lato quella autoreferenziale di metafora dell’isolamento dell’autore all’interno della società a lui coeva (effetto Gramsci), dall’altro quella di immagine caricaturale, e polemica, delle forme di degrado urbano caratteristiche dell’Italia della fine del boom economico (effetto Calvino). This essay, focused on Pasolini’s Divina Mimesis, analyzes the topic of Dante’s Inferno as a representation device which connects the infernal dimension of Pasolini’s work with Gramsci’s Lettere dal carcere and Calvino’s Città invisibili. The final setting – which emerges from the comparison and the analysis of each text – is the idea of a contemporary Inferno provided with a double figural meaning. The first one is a metaphor of author’s isolation inside the coeval society. The second one is a polemic caricature of the main forms of urban decay, typical of Italy historical conditions after economic boom.| File | Dimensione | Formato | |
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