Una nuova tecnica sedimentologica è stata affiancata all’analisi di facies di depositi misti (bioclastico/silicoclastici) di ambiente marino sublitorale ed affioranti sul fronte dell’Appennino Lucano (Gelasiano, Basilicata), con l’obiettivo di ottenere importanti informazioni circa le caratteristiche idrodinamiche dell’originario ambiente deposizionale. Tale metodo propone l’uso del (i) bioclastic/siliciclastic ratio (b/s) e del (ii) Segregation Index (S.I.), al fine di valutare la percentuale della componente clastica dominante in un deposito misto e con lo scopo di stimare il grado si segregazione eterolitica tra le particelle bioclastiche e silicoclastiche (CHIARELLA & LONGHITANO, 2012). Il principio di questa tecnica si basa sulla differente risposta fisica che una particella di quarzo e un frammento bioclastico mostrano se trasportati da una corrente di energia nota (PRAGER et alii, 1996; NEUMEIER 1998). Pertanto, un differente tipo di tessitura clastica in un deposito misto può essere considerato come il risultato di una variazione dell’energia di trasporto e come conseguenza dell’interazione di differenti processi idrodinamici (i.e., moto, ondoso, correnti, oscillazioni di marea). I depositi studiati affiorano lungo il fronte dell’Appennino lucano (Acerenza, Basilicata). Essi formano successioni cuneiformi, variamente distribuite in differenti settori del fronte orogenico e di spessore non superiore ai 30 m. Ciascuna successione mostra una transizione verticale di facies da ambienti di offshore ad ambienti di shoreface e di beachface, formando cicli regressivi di alcuni metri di spessore e separati da superfici di discordanza o di trasgressione marina (CHIARELLA et alii, 2012; CHIARELLA & LONGHITANO, 2012). Oltre alla tecnica canonica di analisi di facies, la transizione latero/verticale dei vari ambienti è stata documentata anche attraverso l’utilizzo del b/s e del S.I., i quali mostrano valori quantitativamente variabili a seconda dell’idrodinamismo dominante in quel determinato ambiente deposizionale e a seconda della possibile interazione tra differenti fattori di influenza idrodinamica.

Longhitano, S.G., Chiarella, D. (2012). New analytical methods for distinguishing depositional paleoenvironments in mixed sandstones: The case study of Acerenza (Lucanian Apennines). RENDICONTI ONLINE DELLA SOCIETÀ GEOLOGICA ITALIANA, 21(2), 940-942.

New analytical methods for distinguishing depositional paleoenvironments in mixed sandstones: The case study of Acerenza (Lucanian Apennines)

Chiarella D.
2012

Abstract

Una nuova tecnica sedimentologica è stata affiancata all’analisi di facies di depositi misti (bioclastico/silicoclastici) di ambiente marino sublitorale ed affioranti sul fronte dell’Appennino Lucano (Gelasiano, Basilicata), con l’obiettivo di ottenere importanti informazioni circa le caratteristiche idrodinamiche dell’originario ambiente deposizionale. Tale metodo propone l’uso del (i) bioclastic/siliciclastic ratio (b/s) e del (ii) Segregation Index (S.I.), al fine di valutare la percentuale della componente clastica dominante in un deposito misto e con lo scopo di stimare il grado si segregazione eterolitica tra le particelle bioclastiche e silicoclastiche (CHIARELLA & LONGHITANO, 2012). Il principio di questa tecnica si basa sulla differente risposta fisica che una particella di quarzo e un frammento bioclastico mostrano se trasportati da una corrente di energia nota (PRAGER et alii, 1996; NEUMEIER 1998). Pertanto, un differente tipo di tessitura clastica in un deposito misto può essere considerato come il risultato di una variazione dell’energia di trasporto e come conseguenza dell’interazione di differenti processi idrodinamici (i.e., moto, ondoso, correnti, oscillazioni di marea). I depositi studiati affiorano lungo il fronte dell’Appennino lucano (Acerenza, Basilicata). Essi formano successioni cuneiformi, variamente distribuite in differenti settori del fronte orogenico e di spessore non superiore ai 30 m. Ciascuna successione mostra una transizione verticale di facies da ambienti di offshore ad ambienti di shoreface e di beachface, formando cicli regressivi di alcuni metri di spessore e separati da superfici di discordanza o di trasgressione marina (CHIARELLA et alii, 2012; CHIARELLA & LONGHITANO, 2012). Oltre alla tecnica canonica di analisi di facies, la transizione latero/verticale dei vari ambienti è stata documentata anche attraverso l’utilizzo del b/s e del S.I., i quali mostrano valori quantitativamente variabili a seconda dell’idrodinamismo dominante in quel determinato ambiente deposizionale e a seconda della possibile interazione tra differenti fattori di influenza idrodinamica.
2012
Longhitano, S.G., Chiarella, D. (2012). New analytical methods for distinguishing depositional paleoenvironments in mixed sandstones: The case study of Acerenza (Lucanian Apennines). RENDICONTI ONLINE DELLA SOCIETÀ GEOLOGICA ITALIANA, 21(2), 940-942.
Longhitano, S. G.; Chiarella, D.
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