Il presente contributo si propone di esaminare la figura dell’addetto all’ufficio per il processo in chiave principalmente comparata. Attraverso l’analisi di quei Paesi identificati dal Ministero della Giustizia come “esperienze positive”, quali Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Spagna, questo studio vuole restituire un quadro complesso e complessivo della figura dell’assistente giudiziario italiano al fine di poterlo meglio inquadrare all’interno del sistema nazionale. La prima parte del contributo fornisce una panoramica generale delle finalità e degli obiettivi perseguiti da ciascuno Stato con l’introduzione della figura dell’assistente giudiziario, la cui istituzione ha mutato inevitabilmente le modalità di lavoro del giudice. Successivamente ampia attenzione sarà dedicata all’analisi dettagliata delle realtà estere. In particolare, saranno illustrati i tratti salienti dell’assistente giudiziario di ciascun paese, quali l’evoluzione normativa, le modalità di assunzione, la tipologia contrattuale di assunzione, la durata dell’incarico e le mansioni affidate a tali figure, illustrando a necessità le criticità sollevate dalla dottrina nazionale di riferimento. L’analisi e lo studio dedicato agli Stati esteri saranno utili strumenti per trarre, nelle conclusioni, riflessioni circa le possibili prospettive della figura dell’addetto all’ufficio per il processo italiano, con particolare attenzione rivolta a due aspetti particolarmente critici: la durata dell’impiego e le modalità di assunzione.

Ferrari, E. (In stampa/Attività in corso). L’addetto all’ufficio per il processo e assistenti giudiziari stranieri: confronti, riflessioni e prospettive, 1(1), 7-28 [10.14672/qdg.v1i1.2434].

L’addetto all’ufficio per il processo e assistenti giudiziari stranieri: confronti, riflessioni e prospettive.

ELEONORA FERRARI
In corso di stampa

Abstract

Il presente contributo si propone di esaminare la figura dell’addetto all’ufficio per il processo in chiave principalmente comparata. Attraverso l’analisi di quei Paesi identificati dal Ministero della Giustizia come “esperienze positive”, quali Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Spagna, questo studio vuole restituire un quadro complesso e complessivo della figura dell’assistente giudiziario italiano al fine di poterlo meglio inquadrare all’interno del sistema nazionale. La prima parte del contributo fornisce una panoramica generale delle finalità e degli obiettivi perseguiti da ciascuno Stato con l’introduzione della figura dell’assistente giudiziario, la cui istituzione ha mutato inevitabilmente le modalità di lavoro del giudice. Successivamente ampia attenzione sarà dedicata all’analisi dettagliata delle realtà estere. In particolare, saranno illustrati i tratti salienti dell’assistente giudiziario di ciascun paese, quali l’evoluzione normativa, le modalità di assunzione, la tipologia contrattuale di assunzione, la durata dell’incarico e le mansioni affidate a tali figure, illustrando a necessità le criticità sollevate dalla dottrina nazionale di riferimento. L’analisi e lo studio dedicato agli Stati esteri saranno utili strumenti per trarre, nelle conclusioni, riflessioni circa le possibili prospettive della figura dell’addetto all’ufficio per il processo italiano, con particolare attenzione rivolta a due aspetti particolarmente critici: la durata dell’impiego e le modalità di assunzione.
In corso di stampa
Ferrari, E. (In stampa/Attività in corso). L’addetto all’ufficio per il processo e assistenti giudiziari stranieri: confronti, riflessioni e prospettive, 1(1), 7-28 [10.14672/qdg.v1i1.2434].
Ferrari, Eleonora
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/1009586
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