Le note contenute in questo saggio di apertura del volume curato da Chiara Mariotti e Valentina Pintus intendono riflettere sul tentativo di ridurre le distanze tra i diversi “attori” coinvolti nel progetto di architettura, ponendo come terreno comune l’opera architettonica e il progetto che la sostiene, con particolare attenzione al ruolo dell’architetto. Nelle scuole di architettura, l’obiettivo non è formare specialisti, ma professionisti in grado di mettere in relazione le diverse dimensioni del progetto, sviluppando una riflessione critica, un pensiero poetico e una visione prospettica che includa anche le ragioni dell’altro. Questa visione deve essere mantenuta, nonostante le difficoltà contingenti e le necessità specifiche che si presentano lungo il cammino. Perché ciò sia possibile, è necessario creare alleanze tra mondi che sembrano distanti — l’ambito accademico, le istituzioni e il mondo delle professioni — favorendo un confronto continuo e condiviso. Tale confronto deve essere fondato su un dialogo attivo che permetta di sviluppare riflessioni profonde sulla complessità del progetto e sugli interventi che possano superare i confini tra queste diverse realtà, integrando competenze che, nel caso di interventi su architetture storiche, comprendono naturalmente la tutela, la conservazione, la storia dell’architettura, l’archeologia, il restauro e la composizione, ma non solo. Un dialogo che si basi sull’ascolto di quanto la Storia, il Mondo e la collettività ci offrono, obbligandoci a guardare la realtà con occhi sempre nuovi e, soprattutto, con lo sguardo dell’altro.
Ugolini, A. (2023). Incontri e complessità. CONFRONTI, 17-18, 17-22.
Incontri e complessità
Andrea Ugolini
2023
Abstract
Le note contenute in questo saggio di apertura del volume curato da Chiara Mariotti e Valentina Pintus intendono riflettere sul tentativo di ridurre le distanze tra i diversi “attori” coinvolti nel progetto di architettura, ponendo come terreno comune l’opera architettonica e il progetto che la sostiene, con particolare attenzione al ruolo dell’architetto. Nelle scuole di architettura, l’obiettivo non è formare specialisti, ma professionisti in grado di mettere in relazione le diverse dimensioni del progetto, sviluppando una riflessione critica, un pensiero poetico e una visione prospettica che includa anche le ragioni dell’altro. Questa visione deve essere mantenuta, nonostante le difficoltà contingenti e le necessità specifiche che si presentano lungo il cammino. Perché ciò sia possibile, è necessario creare alleanze tra mondi che sembrano distanti — l’ambito accademico, le istituzioni e il mondo delle professioni — favorendo un confronto continuo e condiviso. Tale confronto deve essere fondato su un dialogo attivo che permetta di sviluppare riflessioni profonde sulla complessità del progetto e sugli interventi che possano superare i confini tra queste diverse realtà, integrando competenze che, nel caso di interventi su architetture storiche, comprendono naturalmente la tutela, la conservazione, la storia dell’architettura, l’archeologia, il restauro e la composizione, ma non solo. Un dialogo che si basi sull’ascolto di quanto la Storia, il Mondo e la collettività ci offrono, obbligandoci a guardare la realtà con occhi sempre nuovi e, soprattutto, con lo sguardo dell’altro.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
17 Caterina Giannattasio Andrea Ugolini.pdf
accesso riservato
Tipo:
Versione (PDF) editoriale / Version Of Record
Licenza:
Licenza per accesso riservato
Dimensione
1.05 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.05 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Contatta l'autore |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.