Il cinema musicale degli anni Sessanta è studiabile come un cinema “di servizio” nei confronti della musica, cioè incline a cercare il riconoscimento commerciale tramite l’incorporazione di risorse musicali ma anche a dare visibilità e circolazione intermediale ai prodotti della musica leggera degli anni Sessanta. Da questo punto di vista ha rappresentato uno degli strumenti di promozione commerciale che il mondo dell’industria musicale aveva a disposizione in un periodo di formidabile espansione del proprio mercato di riferimento. Il presente intervento focalizza l’attenzione su un case study composto da un corpus ridotto di film musicali in cui è particolarmente evidente la presenza della musica e della canzone pop come risorsa commerciale: Juke-box – Urli d’amore (Morassi, 1959), I ragazzi dell’hully gully (Giannini, Infascelli, 1964), In ginocchio da te (Fizzarotti, 1964). L’analisi prende in considerazione in particolare i seguenti aspetti: 1) Le differenze tra il cinema come dispositivo promozionale nei confronti dell’esperienza musicale della canzone pop e come dispositivo promozionale della merce-supporto musicale (il disco: LP o 45 giri). 2) Le forme di narrazione e rappresentazione del consumo musicale sullo schermo. 3) Il problema della scarsità di documentazione d’archivio che attesti l’esistenza di routines produttive che regolavano i rapporti tra industria musicale e industria cinematografica in relazione alle pratiche di promozione/sfruttamento delle canzoni nei film musicali degli anni Sessanta.
Bisoni, C. (2025). Cinema per vendere dischi: il caso del musicarello. Venezia : Marsilio.
Cinema per vendere dischi: il caso del musicarello
Bisoni Claudio
2025
Abstract
Il cinema musicale degli anni Sessanta è studiabile come un cinema “di servizio” nei confronti della musica, cioè incline a cercare il riconoscimento commerciale tramite l’incorporazione di risorse musicali ma anche a dare visibilità e circolazione intermediale ai prodotti della musica leggera degli anni Sessanta. Da questo punto di vista ha rappresentato uno degli strumenti di promozione commerciale che il mondo dell’industria musicale aveva a disposizione in un periodo di formidabile espansione del proprio mercato di riferimento. Il presente intervento focalizza l’attenzione su un case study composto da un corpus ridotto di film musicali in cui è particolarmente evidente la presenza della musica e della canzone pop come risorsa commerciale: Juke-box – Urli d’amore (Morassi, 1959), I ragazzi dell’hully gully (Giannini, Infascelli, 1964), In ginocchio da te (Fizzarotti, 1964). L’analisi prende in considerazione in particolare i seguenti aspetti: 1) Le differenze tra il cinema come dispositivo promozionale nei confronti dell’esperienza musicale della canzone pop e come dispositivo promozionale della merce-supporto musicale (il disco: LP o 45 giri). 2) Le forme di narrazione e rappresentazione del consumo musicale sullo schermo. 3) Il problema della scarsità di documentazione d’archivio che attesti l’esistenza di routines produttive che regolavano i rapporti tra industria musicale e industria cinematografica in relazione alle pratiche di promozione/sfruttamento delle canzoni nei film musicali degli anni Sessanta.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.