L’articolo costituisce il tassello intermedio di una ricerca in corso sulla ricezione francese di Pietro Aretino, i cui primi risultati sono stati esposti in un saggio precedente, all’interno del quale, per meglio mettere a fuoco la fortuna delle sue opere ed il loro lettorato non solo ideale, lo spoglio degli esemplari della sua produzione segnatamente religiosa oggi conservati nelle biblioteche parigine era stato pur velocemente affiancato all’analisi dei riferimenti all’autore italiano contenuti in un’ottantina di scritti non solo letterari. Alla luce di nuovi dati, emersi dalle rilevazioni effettuate presso le biblioteche di provincia che conservano il numero maggiore di esemplari dei suoi testi, si è cercato in questo intervento di verificare la validità del giudizio tradizionalmente espresso dalla critica che farebbe di Aretino un autore ormai fuori moda nel XVII secolo, e soprattutto di capire, tenuto conto del ruolo giocato dalla censura e dal rivoluzionamento della « grille de perception et d’appréciation » dell’oggetto libro nel corso dei secoli, quali parti della produzione disponibile siano state poi effettivamente e maggiormente lette Oltralpe. L’esame degli esemplari superstiti d’altro canto, non ci permette solo di meglio distribuire nel tempo i differenti flussi d’importazione, facendo acquisire maggiore profondità prospettica al quadro della circolazione dei testi aretiniani, animandolo, quando possibile, di volti ed ambienti a noi conosciuti: l’oggetto libro che abbiamo tra le mani così come le tracce lasciate dai suoi possessori possono dirci ovviamente qualcosa anche sulla molteplicità di letture e di consumi dell’opera in esso contenuta.
B. Conconi (2010). La circolazione dei testi aretiniani nella Francia del XVII secolo. TOULOUSE : Université de Toulouse II.
La circolazione dei testi aretiniani nella Francia del XVII secolo
CONCONI, BRUNA
2010
Abstract
L’articolo costituisce il tassello intermedio di una ricerca in corso sulla ricezione francese di Pietro Aretino, i cui primi risultati sono stati esposti in un saggio precedente, all’interno del quale, per meglio mettere a fuoco la fortuna delle sue opere ed il loro lettorato non solo ideale, lo spoglio degli esemplari della sua produzione segnatamente religiosa oggi conservati nelle biblioteche parigine era stato pur velocemente affiancato all’analisi dei riferimenti all’autore italiano contenuti in un’ottantina di scritti non solo letterari. Alla luce di nuovi dati, emersi dalle rilevazioni effettuate presso le biblioteche di provincia che conservano il numero maggiore di esemplari dei suoi testi, si è cercato in questo intervento di verificare la validità del giudizio tradizionalmente espresso dalla critica che farebbe di Aretino un autore ormai fuori moda nel XVII secolo, e soprattutto di capire, tenuto conto del ruolo giocato dalla censura e dal rivoluzionamento della « grille de perception et d’appréciation » dell’oggetto libro nel corso dei secoli, quali parti della produzione disponibile siano state poi effettivamente e maggiormente lette Oltralpe. L’esame degli esemplari superstiti d’altro canto, non ci permette solo di meglio distribuire nel tempo i differenti flussi d’importazione, facendo acquisire maggiore profondità prospettica al quadro della circolazione dei testi aretiniani, animandolo, quando possibile, di volti ed ambienti a noi conosciuti: l’oggetto libro che abbiamo tra le mani così come le tracce lasciate dai suoi possessori possono dirci ovviamente qualcosa anche sulla molteplicità di letture e di consumi dell’opera in esso contenuta.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.