Il 2 novembre 2010 si sono svolte negli Stati Uniti d’America le elezioni per il rinnovo totale della Camera dei Rappresentanti e per un terzo dei componenti del Senato, conformemente a quanto previsto dalle sezioni seconda e terza dell’art. I della Costituzione. La consultazione ha determinato un mutamento di maggioranza alla Camera bassa, con la netta prevalenza dei repubblicani. Al Senato, invece, il rinnovo solo parziale ha permesso ai democratici di conservare la maggioranza, seppur esigua, con 53 seggi . Gli esiti di queste votazioni aprono per gli Stati Uniti una nuova stagione di divided government, di “governo diviso”, inteso, secondo un’accezione meramente «aritmetica» del termine, come situazione nella quale almeno una delle due Camere sia controllata dal partito che non ha espresso il Presidente. Tale assetto, come emerge nel corso dell'articolo, pone il sistema di governo dinanzi al rischio di disfunzioni, poiché non garantisce la cooperazione tra potere legislativo ed esecutivo, che la forma di governo statunitense di fatto presuppone. Il modello disegnato dai costituenti è infatti quello del «governo separato» , frutto non solo dell’applicazione del principio della separazione dei poteri, che attraverso gli scritti di Locke e Montesquieu ispirò i delegati di Filadelfia, ma anche del principio dei checks and balances, dei pesi e contrappesi, che lega i vari organi costituzionali in una rete di reciproche interdipendenze.

C. Bologna (2010). Dopo le mid-term elections un nuovo caso di governo diviso: poteri condivisi o poteri contesi?. RASSEGNA PARLAMENTARE, 4, 979-1000.

Dopo le mid-term elections un nuovo caso di governo diviso: poteri condivisi o poteri contesi?

BOLOGNA, CHIARA
2010

Abstract

Il 2 novembre 2010 si sono svolte negli Stati Uniti d’America le elezioni per il rinnovo totale della Camera dei Rappresentanti e per un terzo dei componenti del Senato, conformemente a quanto previsto dalle sezioni seconda e terza dell’art. I della Costituzione. La consultazione ha determinato un mutamento di maggioranza alla Camera bassa, con la netta prevalenza dei repubblicani. Al Senato, invece, il rinnovo solo parziale ha permesso ai democratici di conservare la maggioranza, seppur esigua, con 53 seggi . Gli esiti di queste votazioni aprono per gli Stati Uniti una nuova stagione di divided government, di “governo diviso”, inteso, secondo un’accezione meramente «aritmetica» del termine, come situazione nella quale almeno una delle due Camere sia controllata dal partito che non ha espresso il Presidente. Tale assetto, come emerge nel corso dell'articolo, pone il sistema di governo dinanzi al rischio di disfunzioni, poiché non garantisce la cooperazione tra potere legislativo ed esecutivo, che la forma di governo statunitense di fatto presuppone. Il modello disegnato dai costituenti è infatti quello del «governo separato» , frutto non solo dell’applicazione del principio della separazione dei poteri, che attraverso gli scritti di Locke e Montesquieu ispirò i delegati di Filadelfia, ma anche del principio dei checks and balances, dei pesi e contrappesi, che lega i vari organi costituzionali in una rete di reciproche interdipendenze.
2010
C. Bologna (2010). Dopo le mid-term elections un nuovo caso di governo diviso: poteri condivisi o poteri contesi?. RASSEGNA PARLAMENTARE, 4, 979-1000.
C. Bologna
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