Il capitolo approfondisce e argomenta, la “responsabilità” delle cose nel costituirsi di quello che la fenomenologia ha chiamato “noemata”. A partire da un posizionamento teoretica e attraverso una illustrazione empirica, esso mostra che la "forza delle cose" sta nel suggerire, sostenere, indirizzare alcune rappresentazioni piuttosto che altre (l’acqua come elemento liquido piuttosto che gassoso) ma anche e identicamente nel vincolare o definire la gamma degli atti (intenzionali) possibili (e.g. nuotare e non respirare) In altre parole, le cose non sono né neutre né inerti rispetto a ciò che la coscienza ne può fare, non sono un puro punto di partenza o ancoraggio in attesa di essere dotato di senso (intenzionato). Esse co-partecipano al processo in e attraverso cui diventano oggetti-per-la coscienza. Se una visione strettamente hus-serliana di intenzionalità portava la pedagogia fenomenologica di prima generazione a riconoscere l’intima dipendenza tra noesi e noema, tale prospettiva compirà un passo ulteriore individuando la relativa dipen-denza dell’atto intenzionale e dell’oggetto intenzionato dal mondo quale esso è, indipendentemente da noi e nonostante noi
Caronia, L. (2024). La materialità nella pedagogia fenomenologica: una sfida teoretica. Milano : FrancoAngeli.
La materialità nella pedagogia fenomenologica: una sfida teoretica
Letizia Caronia
2024
Abstract
Il capitolo approfondisce e argomenta, la “responsabilità” delle cose nel costituirsi di quello che la fenomenologia ha chiamato “noemata”. A partire da un posizionamento teoretica e attraverso una illustrazione empirica, esso mostra che la "forza delle cose" sta nel suggerire, sostenere, indirizzare alcune rappresentazioni piuttosto che altre (l’acqua come elemento liquido piuttosto che gassoso) ma anche e identicamente nel vincolare o definire la gamma degli atti (intenzionali) possibili (e.g. nuotare e non respirare) In altre parole, le cose non sono né neutre né inerti rispetto a ciò che la coscienza ne può fare, non sono un puro punto di partenza o ancoraggio in attesa di essere dotato di senso (intenzionato). Esse co-partecipano al processo in e attraverso cui diventano oggetti-per-la coscienza. Se una visione strettamente hus-serliana di intenzionalità portava la pedagogia fenomenologica di prima generazione a riconoscere l’intima dipendenza tra noesi e noema, tale prospettiva compirà un passo ulteriore individuando la relativa dipen-denza dell’atto intenzionale e dell’oggetto intenzionato dal mondo quale esso è, indipendentemente da noi e nonostante noiI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.