L’interazione tra musica, canto, ballo e macchine sceniche ricoprì un ruolo di primaria importanza nella pratica tardo-rinascimentale degli intermedi, assai diffusi e apprezzati nelle maggiori realtà di corte italiane tra Cinque e Seicento. Le dettagliate descrizioni degli apparati, degli intermedi e “intramezzi” che arricchivano le rappresentazioni teatrali promosse nelle principali occasioni festive curtensi o municipali rappresentano, per gli studiosi, documenti di fondamentale importanza per la ricostruzione di eventi performativi complessi e articolati, per i quali solo di rado sono sopravvissute integralmente musiche, coreografie e testimonianze iconografiche. Questo intervento si propone di analizzare due esempi di simili testi spettacolari, distinti per l’ambito geografico e per il genere teatrale di riferimento. Da un lato si prenderà in esame la "Descrizione dell’apparato e degl’intermedi" composti dal madrigalista fiorentino Luca Bati (1550 ca. - 1608) per "L’esaltazione della Croce" di Giovan Maria Cecchi (1518-1587), una sorta di sacra rappresentazione messa in scena a Firenze «da’ giovani della Compagnia di San Giovanni Vangelista» in occasione delle celeberrime nozze medicee del 1589; dall’altro si rileggeranno le descrizioni di Ottavio Magnanini (1574-1652) per gli ‘intramezzi’ dell’"Idalba" di Enzo Bentivoglio (1575-1629), rappresentata a Ferrara nel 1614, e dell’"Alceo" di Antonio Ongaro (1560 ca. – 1693), data alle stampe nello stesso anno, a distanza di oltre trent’anni dall’editio princeps veneziana del 1582.
Badolato, N. (2024). “Con ogni artifizio di musica”: descrizioni di apparati, intermedi e intramezzi a Firenze e Ferrara tra Cinque e Seicento. SCHIFANOIA, 66-67, 91-97.
“Con ogni artifizio di musica”: descrizioni di apparati, intermedi e intramezzi a Firenze e Ferrara tra Cinque e Seicento
Nicola Badolato
2024
Abstract
L’interazione tra musica, canto, ballo e macchine sceniche ricoprì un ruolo di primaria importanza nella pratica tardo-rinascimentale degli intermedi, assai diffusi e apprezzati nelle maggiori realtà di corte italiane tra Cinque e Seicento. Le dettagliate descrizioni degli apparati, degli intermedi e “intramezzi” che arricchivano le rappresentazioni teatrali promosse nelle principali occasioni festive curtensi o municipali rappresentano, per gli studiosi, documenti di fondamentale importanza per la ricostruzione di eventi performativi complessi e articolati, per i quali solo di rado sono sopravvissute integralmente musiche, coreografie e testimonianze iconografiche. Questo intervento si propone di analizzare due esempi di simili testi spettacolari, distinti per l’ambito geografico e per il genere teatrale di riferimento. Da un lato si prenderà in esame la "Descrizione dell’apparato e degl’intermedi" composti dal madrigalista fiorentino Luca Bati (1550 ca. - 1608) per "L’esaltazione della Croce" di Giovan Maria Cecchi (1518-1587), una sorta di sacra rappresentazione messa in scena a Firenze «da’ giovani della Compagnia di San Giovanni Vangelista» in occasione delle celeberrime nozze medicee del 1589; dall’altro si rileggeranno le descrizioni di Ottavio Magnanini (1574-1652) per gli ‘intramezzi’ dell’"Idalba" di Enzo Bentivoglio (1575-1629), rappresentata a Ferrara nel 1614, e dell’"Alceo" di Antonio Ongaro (1560 ca. – 1693), data alle stampe nello stesso anno, a distanza di oltre trent’anni dall’editio princeps veneziana del 1582.| File | Dimensione | Formato | |
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