Questo saggio propone un confronto tra l’arte contemporanea della Corea del Sud e l’arte dei paesi occidentali, attraverso le mostre personali di tre artisti sudcoreani di generazioni diverse che nel loro lavoro affrontano questioni mediali e tecnologiche: Nam June Paik, Lee Bul e Anicka Yi. Le mostre prese in esame, che hanno suggellato l’importanza di questi artisti su scala globale, sono le seguenti: Exposition of Music – Electronic Television di Paik presso la Galerie Parnass di Wuppertal, Germania, 1963; The Monsters Show di Bul presso Le Consortium di Dijon, Francia, 2002; e Life Is Cheap di Yi presso il Guggenheim Museum di New York, Stati Uniti, 2017. Attraverso lo sguardo di questi artisti sudcoreani è possibile comprendere meglio i parametri del pensiero tecnologico in occidente, in epoche ben precise, la information age, in questo caso gli anni Sessanta, la cultura post-human e cyberpunk degli anni Novanta e la più recente svolta post-Internet degli anni Dieci. Le tre mostre mettono in luce una serie di relazioni, rispondenze, reciprocità e ricadute tra l’Europa e gli Stati Uniti da un lato e l’Asia orientale dall’altro, ma anche peculiarità e differenze che denotano diverse concezioni e gradi di impatto dei media e delle tecnologie digitali nei rispettivi paesi. Ne deriva, infatti, una necessità di superare i tradizionali parametri di tecno-orientalismo di stampo colonialista, a favore di nuove forme di interpretazione di un peculiare pensiero tecnologico orientale, quale per esempio la concezione di “Cosmotecnica” elaborata di recente da Yuk Hui.
Spampinato, F. (2024). Arte e tecnologia in Corea del Sud: tre mostre per una prospettiva occidentale. ANTROPOLOGIA E TEATRO, 18 (2024), 61-72.
Arte e tecnologia in Corea del Sud: tre mostre per una prospettiva occidentale
Francesco Spampinato
2024
Abstract
Questo saggio propone un confronto tra l’arte contemporanea della Corea del Sud e l’arte dei paesi occidentali, attraverso le mostre personali di tre artisti sudcoreani di generazioni diverse che nel loro lavoro affrontano questioni mediali e tecnologiche: Nam June Paik, Lee Bul e Anicka Yi. Le mostre prese in esame, che hanno suggellato l’importanza di questi artisti su scala globale, sono le seguenti: Exposition of Music – Electronic Television di Paik presso la Galerie Parnass di Wuppertal, Germania, 1963; The Monsters Show di Bul presso Le Consortium di Dijon, Francia, 2002; e Life Is Cheap di Yi presso il Guggenheim Museum di New York, Stati Uniti, 2017. Attraverso lo sguardo di questi artisti sudcoreani è possibile comprendere meglio i parametri del pensiero tecnologico in occidente, in epoche ben precise, la information age, in questo caso gli anni Sessanta, la cultura post-human e cyberpunk degli anni Novanta e la più recente svolta post-Internet degli anni Dieci. Le tre mostre mettono in luce una serie di relazioni, rispondenze, reciprocità e ricadute tra l’Europa e gli Stati Uniti da un lato e l’Asia orientale dall’altro, ma anche peculiarità e differenze che denotano diverse concezioni e gradi di impatto dei media e delle tecnologie digitali nei rispettivi paesi. Ne deriva, infatti, una necessità di superare i tradizionali parametri di tecno-orientalismo di stampo colonialista, a favore di nuove forme di interpretazione di un peculiare pensiero tecnologico orientale, quale per esempio la concezione di “Cosmotecnica” elaborata di recente da Yuk Hui.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.