Ciò ci fa quindi affermare che l’intera storia della gastronomia italiana è caratterizzata dalla coesistenza di una dimensione internazionale alla quale si deve, in ogni epoca, l’apporto di culture alimentari differenti, ma anche di una dimensione regionale che si manifesta nell’attenzione rivolta a prodotti e elaborazioni gastronomiche di realtà geografiche più o meno vicine, piú o meno circoscritte. Il caso più evidente è senza dubbio quello dell’influsso del francese (ricordiamo termini come bisque, vol au vent, maionese, béchamel, citronette, vinaigrette) ma ricordiamo anche termini provenienti da altre lingue come appetizer, waffle, worcester sauce, crumble, parboiled, pita gyros, gyoza, chourizo, gazpacho, mojito, caipirinha, e i più recenti, provenienti dal portoghese: cachaça, cataplana, percebes. Il presente contributo desidera, seppur in forma ridotta per motivi editoriali, di presentare un progetto che si è concentrato sulle parole della cucina domestica e, attraverso di esse, sulla pratica domestica come prassi culturale identitaria che soddisfa il bisogno di appartenenza e affettività familiare perseguendo alcuni obiettivi quali forme di integrazione e di riconoscimento identitario delle comunità italiane all’estero. L’intento della ricerca è stato, inoltre, quello di fornire elementi per tratteggiare il fenomeno migratorio degli italiani in termini quantitativi e qualitativi, vale a dire, includendo storia, memorie, rappresentazioni e autorappresentazioni delle comunità all'estero, attraverso il cibo, quale espressione di desiderio e appartenenza.
COSTA DA SILVA FERREIRA, A.C. (2024). Il gusto e la lingua. CIVILTA' DELLA TAVOLA, DICEMBRE 2024 / N. 376, 1-2.
Il gusto e la lingua
Anabela Cristina Costa da Silva Ferreira
2024
Abstract
Ciò ci fa quindi affermare che l’intera storia della gastronomia italiana è caratterizzata dalla coesistenza di una dimensione internazionale alla quale si deve, in ogni epoca, l’apporto di culture alimentari differenti, ma anche di una dimensione regionale che si manifesta nell’attenzione rivolta a prodotti e elaborazioni gastronomiche di realtà geografiche più o meno vicine, piú o meno circoscritte. Il caso più evidente è senza dubbio quello dell’influsso del francese (ricordiamo termini come bisque, vol au vent, maionese, béchamel, citronette, vinaigrette) ma ricordiamo anche termini provenienti da altre lingue come appetizer, waffle, worcester sauce, crumble, parboiled, pita gyros, gyoza, chourizo, gazpacho, mojito, caipirinha, e i più recenti, provenienti dal portoghese: cachaça, cataplana, percebes. Il presente contributo desidera, seppur in forma ridotta per motivi editoriali, di presentare un progetto che si è concentrato sulle parole della cucina domestica e, attraverso di esse, sulla pratica domestica come prassi culturale identitaria che soddisfa il bisogno di appartenenza e affettività familiare perseguendo alcuni obiettivi quali forme di integrazione e di riconoscimento identitario delle comunità italiane all’estero. L’intento della ricerca è stato, inoltre, quello di fornire elementi per tratteggiare il fenomeno migratorio degli italiani in termini quantitativi e qualitativi, vale a dire, includendo storia, memorie, rappresentazioni e autorappresentazioni delle comunità all'estero, attraverso il cibo, quale espressione di desiderio e appartenenza.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
CDT_376_dic_2024_ITA (1).pdf
accesso aperto
Tipo:
Versione (PDF) editoriale
Licenza:
Licenza per accesso libero gratuito
Dimensione
634.65 kB
Formato
Adobe PDF
|
634.65 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.