Il saggio affronta per la prima volta con metodo filologico lo studio dei disegni che illustrano le Historiae Ferrarienses, complesso manoscritto della fine del XV secolo e opera fondamentale di Pellegrino Prisciani, dal duplice punto di vista dell’autografia e della funzione loro riconosciuta dall’autore del testo. Attraverso l’analisi dello stile, condotta su un gran numero di immagini, a cui si accompagna un’attenta lettura dei passi dell’opera in cui Prisciani fa riferimento alla padronanza nel disegno, l’Autrice mostra che egli non ne è l’autore (come la storiografia ha costantemente ripetuto senza di fatto mai studiarle) e che si servì invece di un illustratore professionista. L’analisi di una specifica illustrazione, il doppio disegno raffigurante Obizzo II d’Este (l. VII, c. 79 verso), permette poi di mettere a fuoco la pregnanza semantica e comunicativa delle immagini e il loro stretto rapporto con il testo, frutto evidente dell’accurata regia di Prisciani. Il saggio inquadra le immagini che corredano il testo nella cultura del tempo, dando un contributo decisivo a una migliore conoscenza di una personalità importante come Pellegrino Prisciani e del Rinascimento a Ferrara.
Cavicchioli, S. (2024). Le illustrazioni delle Historiae Ferrariae di Prisciani: autografia e strategie comunicative. QUADERNI ESTENSI, nuova serie, 1, 161-182.
Le illustrazioni delle Historiae Ferrariae di Prisciani: autografia e strategie comunicative
S. Cavicchioli
2024
Abstract
Il saggio affronta per la prima volta con metodo filologico lo studio dei disegni che illustrano le Historiae Ferrarienses, complesso manoscritto della fine del XV secolo e opera fondamentale di Pellegrino Prisciani, dal duplice punto di vista dell’autografia e della funzione loro riconosciuta dall’autore del testo. Attraverso l’analisi dello stile, condotta su un gran numero di immagini, a cui si accompagna un’attenta lettura dei passi dell’opera in cui Prisciani fa riferimento alla padronanza nel disegno, l’Autrice mostra che egli non ne è l’autore (come la storiografia ha costantemente ripetuto senza di fatto mai studiarle) e che si servì invece di un illustratore professionista. L’analisi di una specifica illustrazione, il doppio disegno raffigurante Obizzo II d’Este (l. VII, c. 79 verso), permette poi di mettere a fuoco la pregnanza semantica e comunicativa delle immagini e il loro stretto rapporto con il testo, frutto evidente dell’accurata regia di Prisciani. Il saggio inquadra le immagini che corredano il testo nella cultura del tempo, dando un contributo decisivo a una migliore conoscenza di una personalità importante come Pellegrino Prisciani e del Rinascimento a Ferrara.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.