«Where else but in Bologna could so many important copies of Gratian’s manual have been produced?», con queste parole Carl Nordenfalk concludeva la sua riconsiderazione delle più antiche copie miniate italiane del Decretum Gratiani nella fondamentale recensione del 1980 al corpus delle miniature nei manoscritti del trattato di Graziano, dato alle stampe da Anthony Melnikas nel 1975. Il celebre storico dell’arte svedese, conoscitore esimio della miniatura medievale europea, riferiva a Bologna un gruppo di Decreta del XII secolo e al più tardi dell’inizio del secolo successivo caratterizzati da connessioni stilistiche con la contemporanea decorazione libraria dell’Italia centrale che Melnikas aveva per l’appunto ascritto per la maggior parte a quest’area. Al contrario, Nordenfalk riteneva che Bologna potesse costituire il centro di produzione più probabile, dato che si trattava del luogo dove la fortunata collezione grazianea di diritto canonico, in origine nota come Concordia discordantium canonum, era stata probabilmente composta entro la metà del secolo, nonché studiata e insegnata per la prima volta. Gli studi successivi di Roberta Bosi, Giusi Zanichelli e Robert Gibbs hanno rafforzato ulteriormente quest’ipotesi, contribuendo alla percezione delle più antiche copie miniate italiane del Decretum come prova del ruolo di Bologna e delle nascenti scuole giuridiche dello Studium quale possibile fulcro di scambi artistici tra centri dell’Italia settentrionale, meridionale e dell’Europa oltremontana. Al contrario, le recenti indagini soprattutto paleografiche di Giovanna Murano hanno offerto un quadro più articolato e diversificato. Il mio contributo intende presentare una selezione di casi utili a valutare la tesi di Nordenfalk intrecciando dati paleografici, iconografici e soprattutto stilistici.
DEL MONACO, G. (2024). Alle origini di Bologna ‘crocevia’? Scambi artistici e circolazione di modelli nelle più antiche copie miniate italiane del Decretum Gratiani. Roma : Campisano.
Alle origini di Bologna ‘crocevia’? Scambi artistici e circolazione di modelli nelle più antiche copie miniate italiane del Decretum Gratiani
Gianluca del Monaco
2024
Abstract
«Where else but in Bologna could so many important copies of Gratian’s manual have been produced?», con queste parole Carl Nordenfalk concludeva la sua riconsiderazione delle più antiche copie miniate italiane del Decretum Gratiani nella fondamentale recensione del 1980 al corpus delle miniature nei manoscritti del trattato di Graziano, dato alle stampe da Anthony Melnikas nel 1975. Il celebre storico dell’arte svedese, conoscitore esimio della miniatura medievale europea, riferiva a Bologna un gruppo di Decreta del XII secolo e al più tardi dell’inizio del secolo successivo caratterizzati da connessioni stilistiche con la contemporanea decorazione libraria dell’Italia centrale che Melnikas aveva per l’appunto ascritto per la maggior parte a quest’area. Al contrario, Nordenfalk riteneva che Bologna potesse costituire il centro di produzione più probabile, dato che si trattava del luogo dove la fortunata collezione grazianea di diritto canonico, in origine nota come Concordia discordantium canonum, era stata probabilmente composta entro la metà del secolo, nonché studiata e insegnata per la prima volta. Gli studi successivi di Roberta Bosi, Giusi Zanichelli e Robert Gibbs hanno rafforzato ulteriormente quest’ipotesi, contribuendo alla percezione delle più antiche copie miniate italiane del Decretum come prova del ruolo di Bologna e delle nascenti scuole giuridiche dello Studium quale possibile fulcro di scambi artistici tra centri dell’Italia settentrionale, meridionale e dell’Europa oltremontana. Al contrario, le recenti indagini soprattutto paleografiche di Giovanna Murano hanno offerto un quadro più articolato e diversificato. Il mio contributo intende presentare una selezione di casi utili a valutare la tesi di Nordenfalk intrecciando dati paleografici, iconografici e soprattutto stilistici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.