Alberto Manzi: la didattica della scienza, la didattica come scienza

Manzi era consapevole dei limiti e della superficialità con cui venivano (vengono) spesso generalmente trattate nella scuola le scienze naturali. Una trascuratezza legata alla scarsa rilevanza nell’ambito del curriculum: il tempo dedicato alla didattica delle scienze naturali è inferiore se non marginale rispetto ad altre discipline. Ciò risponde a una tradizione/concezione pedagogica e culturale, esito in gran parte del neoidealismo, che assegna alle cosiddette discipline umanistiche (storiche, filosofiche, letterarie) un primato nella formazione del soggetto, collocando quelle scientifiche ad un livello inferiore. L’idea di Manzi è che negli anni in cui lo sviluppo dell’intelligenza del bambino è accompagnato da una straordinaria tensione a conoscere e a esplorare la realtà, sottovalutare il ruolo che possono avere le esperienze, il pensiero e il linguaggio scientifici sia un peccato grave dal punto di vista pedagogico.