Global Photography, True stories, trova un chiaro riferimento nell’esperienza fotografica e cinematografica condivisa da William Eggleston e David Byrne alla fine degli anni Ottanta. Una collaborazione che ha condotto da un lato alla produzione di un corpus d’immagini, ideale continuazione del lavoro già presentato da Eggleston come The Democratic Forest e dall’altro alla realizzazione del film True Stories. Nell’introduzione ai materiali del film che accompagnava alcune immagini di Eggleston, Byrne coniava l’espressione existential landscape per avvicinare alla lettura di un paesaggio che presentava come scenario dialettico, preordinato a enunciare nuovi metodi per la decodificazione del quotidiano. Un quotidiano che oggi più che mai si sta rivelando terreno d’indagine vivace e sensibile alla sintassi fotografica; una dimensione fisico-temporale in cui, all’interno di semplici contingenze elementari proprie di luoghi vicini piuttosto che riferibili a contesti lontani, i lessici sono chiamati a rinnovarsi naturalmente. Microcosmi appartenenti a un indistinto sistema globale risaltano allora come fattori primari: essi non sconfessano le relazioni di appartenenza ad un insieme generale ma precisano, attraverso differenti espressioni, sottese relazioni di dipendenza dai luoghi.
S. Rossl, M. Sordi (2010). Esplorazioni dal mondo reale. RIMINI : Pazzini Editore.
Esplorazioni dal mondo reale
ROSSL, STEFANIA;SORDI, MASSIMO
2010
Abstract
Global Photography, True stories, trova un chiaro riferimento nell’esperienza fotografica e cinematografica condivisa da William Eggleston e David Byrne alla fine degli anni Ottanta. Una collaborazione che ha condotto da un lato alla produzione di un corpus d’immagini, ideale continuazione del lavoro già presentato da Eggleston come The Democratic Forest e dall’altro alla realizzazione del film True Stories. Nell’introduzione ai materiali del film che accompagnava alcune immagini di Eggleston, Byrne coniava l’espressione existential landscape per avvicinare alla lettura di un paesaggio che presentava come scenario dialettico, preordinato a enunciare nuovi metodi per la decodificazione del quotidiano. Un quotidiano che oggi più che mai si sta rivelando terreno d’indagine vivace e sensibile alla sintassi fotografica; una dimensione fisico-temporale in cui, all’interno di semplici contingenze elementari proprie di luoghi vicini piuttosto che riferibili a contesti lontani, i lessici sono chiamati a rinnovarsi naturalmente. Microcosmi appartenenti a un indistinto sistema globale risaltano allora come fattori primari: essi non sconfessano le relazioni di appartenenza ad un insieme generale ma precisano, attraverso differenti espressioni, sottese relazioni di dipendenza dai luoghi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.