Il saggio intende esplorare il ruolo cruciale dell’associazionismo filantropico americano del primo Ottocento come canale privilegiato di azione politica femminile, analizzando in particolare il suo approccio alle riforme carcerarie e le modalità attraverso le quali queste abbiano a loro volta contribuito a un graduale ampliamento dei diritti delle donne. In particolare, verranno esaminati il pensiero e l’esperienza di due delle più illustri scrittrici, giornaliste e riformatrici bostoniane del tempo, Margaret Fuller (1810-1850) e Lydia Maria Child (1802-1880) che, negli anni Quaranta dell’Ottocento, visitarono insieme i bassifondi di New York e le sue strutture carcerarie, entrarono in contatto con prostitute, emarginati sociali, operai, poveri e immigrati e si avvicinarono così ai movimenti contro la pena di morte e alle attività filantropiche femminili legate alle numerose associazioni che in quegli anni affollavano la scena pubblica newyorchese. L’analisi dei loro resoconti restituirà tutta la vivacità e la complessità del dibattito riformista femminile statunitense della prima metà dell’Ottocento e permetterà di mostrare come l’impegno in attività filantropiche e di riforma sociale – con particolare riferimento alle questioni carcerarie e al dibattito sulla pena di morte – fu uno strumento essenziale per le donne americane del primo Ottocento per superare i confini tradizionali della sfera domestica, contribuire significativamente alla formazione di politiche sociali mirate e aprire la strada a una più ampia partecipazione femminile alla vita pubblica.
Mocci, S. (2024). Riforme carcerarie e gestione del crimine nel primo ottocento americano: una prospettiva femminile. Napoli : Editoriale Scientifica srl.
Riforme carcerarie e gestione del crimine nel primo ottocento americano: una prospettiva femminile
Serena Mocci
2024
Abstract
Il saggio intende esplorare il ruolo cruciale dell’associazionismo filantropico americano del primo Ottocento come canale privilegiato di azione politica femminile, analizzando in particolare il suo approccio alle riforme carcerarie e le modalità attraverso le quali queste abbiano a loro volta contribuito a un graduale ampliamento dei diritti delle donne. In particolare, verranno esaminati il pensiero e l’esperienza di due delle più illustri scrittrici, giornaliste e riformatrici bostoniane del tempo, Margaret Fuller (1810-1850) e Lydia Maria Child (1802-1880) che, negli anni Quaranta dell’Ottocento, visitarono insieme i bassifondi di New York e le sue strutture carcerarie, entrarono in contatto con prostitute, emarginati sociali, operai, poveri e immigrati e si avvicinarono così ai movimenti contro la pena di morte e alle attività filantropiche femminili legate alle numerose associazioni che in quegli anni affollavano la scena pubblica newyorchese. L’analisi dei loro resoconti restituirà tutta la vivacità e la complessità del dibattito riformista femminile statunitense della prima metà dell’Ottocento e permetterà di mostrare come l’impegno in attività filantropiche e di riforma sociale – con particolare riferimento alle questioni carcerarie e al dibattito sulla pena di morte – fu uno strumento essenziale per le donne americane del primo Ottocento per superare i confini tradizionali della sfera domestica, contribuire significativamente alla formazione di politiche sociali mirate e aprire la strada a una più ampia partecipazione femminile alla vita pubblica.| File | Dimensione | Formato | |
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