In linea con la proposta del libro e con la volontà di delineare dei prototipi, un esempio concreto di servizi pubblici collaborativi è rappresentato dalle comunità di patrimonio proposte dalla Convenzione di Faro 1, convenzione quadro che definisce gli obiettivi generali e i possibili campi di intervento che i diversi Stati membri europei, che hanno aderito alla Convenzione medesima, possono introdurre allo scopo di salvaguardare il patrimonio culturale in relazione alla sua importanza a protezione dei diritti dell’uomo, della democrazia e dello Stato di diritto. La Convenzione è stata adottata nel 2005 e in Italia è stata attuata a partire dal 2020. Come si evince dai suoi articoli 2, le comunità di patrimonio sono: «un insieme di persone che attribuiscono valore a tratti distintivi del patrimonio culturale e si impegnano nel quadro di un’azione pubblica a sostenere i contenuti e le espressioni patrimoniali alle generazioni future » (con il termine patrimonio si intende qui il patrimonio culturale materiale, immateriale, ambientale e paesaggistico). Soprattutto, ciò che la Convenzione di Faro sottolinea con forza è una dimensione universalistica della partecipazione culturale perché secondo i presupposti della Convenzione chiunque ha diritto a trarre beneficio dal patrimonio culturale e a contribuire al suo arricchimento, nonché alla sua salvaguardia, e quindi a partecipare culturalmente, nel rispetto delle differenze fondamentali degli ambienti culturali.

Paltrinieri, R. (2024). Le comunità di patrimonio come dispositivi collaborativi. Milano : Egea.

Le comunità di patrimonio come dispositivi collaborativi

roberta paltrinieri
Conceptualization
2024

Abstract

In linea con la proposta del libro e con la volontà di delineare dei prototipi, un esempio concreto di servizi pubblici collaborativi è rappresentato dalle comunità di patrimonio proposte dalla Convenzione di Faro 1, convenzione quadro che definisce gli obiettivi generali e i possibili campi di intervento che i diversi Stati membri europei, che hanno aderito alla Convenzione medesima, possono introdurre allo scopo di salvaguardare il patrimonio culturale in relazione alla sua importanza a protezione dei diritti dell’uomo, della democrazia e dello Stato di diritto. La Convenzione è stata adottata nel 2005 e in Italia è stata attuata a partire dal 2020. Come si evince dai suoi articoli 2, le comunità di patrimonio sono: «un insieme di persone che attribuiscono valore a tratti distintivi del patrimonio culturale e si impegnano nel quadro di un’azione pubblica a sostenere i contenuti e le espressioni patrimoniali alle generazioni future » (con il termine patrimonio si intende qui il patrimonio culturale materiale, immateriale, ambientale e paesaggistico). Soprattutto, ciò che la Convenzione di Faro sottolinea con forza è una dimensione universalistica della partecipazione culturale perché secondo i presupposti della Convenzione chiunque ha diritto a trarre beneficio dal patrimonio culturale e a contribuire al suo arricchimento, nonché alla sua salvaguardia, e quindi a partecipare culturalmente, nel rispetto delle differenze fondamentali degli ambienti culturali.
2024
Fare Assieme. Una nuova generazione di servizi pubblici collaborativi
126
135
Paltrinieri, R. (2024). Le comunità di patrimonio come dispositivi collaborativi. Milano : Egea.
Paltrinieri, Roberta
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