L’antifascismo è stato capace di nutrire l’identità nazionale o piuttosto ha rappresentato un ostacolo alla modernizzazione del Paese e alla sedimentazione di un sentire comune, a causa della sua natura esclusiva? Esiste una memoria antifascista o soltanto un vasto campo di memorie divise e talvolta conflittuali, irriducibili? E come sono cambiate nel corso della Repubblica? Qual è stato l’apporto delle culture antifasciste alla crescita della democrazia? Questo intreccio di domande è alla base della ricerca che mette in relazione la storia della memoria antifascista dopo la fine della seconda guerra mondiale e l’evoluzione della cittadinanza repubblicana, intesa come piena appartenenza alla comunità nazionale. Ispirato a un metodo di lavoro interdisciplinare, il libro delinea in controluce anche una storia dei giovani, degli intellettuali radicali e apre squarci significativi sui movimenti collettivi, sui consumi di massa, sul rapporto tra politica e storiografia e su quello tra conflitto sociale e istituzioni. Un racconto a più strati, dunque, che cerca di tenere insieme l’economia, la politica, la cultura entro una concezione unitaria del mondo sociale e sullo sfondo delle esperienze francese e tedesca.
Rapini, A. (2005). Antifascismo e cittadinanza. Giovani, identità e memorie nell’Italia repubblicana. BOLOGNA : Bononia University Press.
Antifascismo e cittadinanza. Giovani, identità e memorie nell’Italia repubblicana
RAPINI, Andrea
2005
Abstract
L’antifascismo è stato capace di nutrire l’identità nazionale o piuttosto ha rappresentato un ostacolo alla modernizzazione del Paese e alla sedimentazione di un sentire comune, a causa della sua natura esclusiva? Esiste una memoria antifascista o soltanto un vasto campo di memorie divise e talvolta conflittuali, irriducibili? E come sono cambiate nel corso della Repubblica? Qual è stato l’apporto delle culture antifasciste alla crescita della democrazia? Questo intreccio di domande è alla base della ricerca che mette in relazione la storia della memoria antifascista dopo la fine della seconda guerra mondiale e l’evoluzione della cittadinanza repubblicana, intesa come piena appartenenza alla comunità nazionale. Ispirato a un metodo di lavoro interdisciplinare, il libro delinea in controluce anche una storia dei giovani, degli intellettuali radicali e apre squarci significativi sui movimenti collettivi, sui consumi di massa, sul rapporto tra politica e storiografia e su quello tra conflitto sociale e istituzioni. Un racconto a più strati, dunque, che cerca di tenere insieme l’economia, la politica, la cultura entro una concezione unitaria del mondo sociale e sullo sfondo delle esperienze francese e tedesca.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


