L’educazione tra generatività, sostenibilità, prossemicità e pace

Nell’ambito dell’attuale dibattito internazionale in merito all’urgenza di un’educazione ambientale intesa come educazione globale e integrale, la proposta pedagogica ipotizzata in questo volume assume un carattere trasversale sia per il riferimento ad approcci disciplinari differenti sia per l’essere rivolta a tutti quei contesti di vita che richiedono cura, responsabilità e impegno da parte di ciascun umano abitante la Terra (Gallerani & Birbes 2019; Malavasi, 2020; Gallese & Morelli, 2024). Questa premessa, situa il nostro discorso nel solco di un abitare etico (Gallerani, 2011) rispettoso di tutte le differenze, in una prospettiva di prossemicità in grado di valorizzare l’unicità di ciascuna persona, a partire dal genere, dalla lingua e dalla cultura di provenienza, senza trascurare l’importanza di quelle differenze (di classe e sociali, nelle scelte politiche o religiose e molte altre ancora) che riguardano le condizioni di vita, le scelte, gli stili personali e l’agency di ciascuno di noi. Posto che le categorie sociali e le rappresentazioni sociali sulla realtà e sui fenomeni educativi si combinano tra loro, intrecciandosi e definendo le molteplici identità delle persone come, peraltro, l’approccio intersezionale insegna. Su questi ultimi aspetti ritornerò, in seguito, nel contributo intitolato La prossemicità: una nuova postura per immaginarci oltre e altrove? soffermandomi sulle possibili strategie per promuovere posture di un’ecologia integrale e inclusiva, a partire dalla co-costruzione di stili di vita capaci di ricomporre l’alleanza tra ambiente naturale e ambiente antropizzato. Tutto questo, seguendo un approccio transdisciplinare in cui dialogano differenti vertici teorici e interpretativi che permettono di prefigurare un’etica della cura e dell’abitare correlati alla prospettiva euristica della prossemicità.