The Comedy, writes Della Porta in the Prologue of the Trappolaria, is «primarily female» and wishes, in order to show itself in all its «cleanliness», to add «to its native beauty» a certain aesthetic artifice, fueled by a «ready language, witty, facetious, festive and joking». From this point of view, “the dialectic of food” constitutes one of the linguistic and rhetorical codes in which the surprising of Aristotelian origin finds its immediate sensitive and corporeal translations in the logic of the «Buccolica» and the «pappamondo». This is a poetic and ideological break which, in addition to favoring the farcical nature of the plays, projects Della Porta’s Theater beyond the classical structures of Regular Comedy.
La commedia, scrive Della Porta nel Prologo della Trappolaria, è «primieramente femina» e desidera, al fine di mostrarsi in tutta la sua «lindezza», aggiungere «alla sua bellezza natia» un certo artificio estetico, alimentato da una «lingua pronta, arguta, faceta, festosa e motteggevole». Da questo punto di vista, “la dialettica del cibo” costituisce uno dei codici linguistici e retorici in cui il sorprendente di matrice aristotelica trova nelle logiche della «Buccolica» e del «pappamondo» le sue immediate traduzioni sensibili e corporee. Si tratta di uno strappo poetico e ideologico che, oltre a favorire l’andamento farsesco delle pièces, proietta il teatro di Della Porta al di là delle strutture classicheggianti della commedia regolare.
luca vaccaro (2024). «Ventre che non rode, mal volentier ode». Esempi di dialettica del cibo nel teatro dellaportiano. Napoli : LucianoEditore.
«Ventre che non rode, mal volentier ode». Esempi di dialettica del cibo nel teatro dellaportiano
luca vaccaro
2024
Abstract
The Comedy, writes Della Porta in the Prologue of the Trappolaria, is «primarily female» and wishes, in order to show itself in all its «cleanliness», to add «to its native beauty» a certain aesthetic artifice, fueled by a «ready language, witty, facetious, festive and joking». From this point of view, “the dialectic of food” constitutes one of the linguistic and rhetorical codes in which the surprising of Aristotelian origin finds its immediate sensitive and corporeal translations in the logic of the «Buccolica» and the «pappamondo». This is a poetic and ideological break which, in addition to favoring the farcical nature of the plays, projects Della Porta’s Theater beyond the classical structures of Regular Comedy.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.