«La luce in tempo, il tempo in movimento». Performance ed esposizione in alcuni iconotesti poetici contemporanei

Prendendo in esame le relazioni tra testo e immagine in un corpus di iconotesti poetici quali "Nel gasometro" (2006) di Sara Ventroni, "La casa esposta" (2007) di Marco Giovenale, "Il colore oro" (2007) di Laura Pugno ed Elio Mazzacane, "La sommersione" (2016) della già citata Ventroni e "Anatomie della luce" (2017) di Mariasole Ariot, si tenterà di dare conto di due azioni in particolare: la doppia esposizione e la simulazione della performance o, se vogliamo, la performance simulata. Con la prima si intende una ripetizione dell’oggetto prima riprodotto visualmente poi descritto verbalmente (o viceversa); con la seconda un’analogia genetica, una omologia tra parola e immagine, le quali creano un finto movimento sulla pagina – simulano una performance, appunto –, l’una attraverso il ritmo verbale, l’altra attraverso la messa fuori fuoco dell’oggetto fotografato e/o la successione delle fotografie.